Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:33 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. ECCLESIA
  2. SATANA
  3. ABADDON
  4. DARKLIGHT
  5. REQUIESCAT IN PACE
  6. INTO THE BOWELS
  7. KINGDOM COME
  8. IMPERIUM
  9. ALL FIRES THE FIRE

Line up

  • Nico Cattoni: vocals, guitars
  • Cristian Blade: bass
  • Ángel Smolski: drums
  • Jamie Killhead: guitars

Voto medio utenti

I Raptore sono una band nata in Argentina ma dopo l'esordio "Rage n' Fever" trapiantata in Spagna, quando il loro cantante e chitarrista Nico Cattoni si era trasferito in Europa, a Barcellona. Qui, Cattoni ha rinnovato la formazione inserendo un paio di musicisti dei Savaged, quali il chitarrista Jamie Killhead e il bassista Cristian Blade cui si è unito il batterista Ángel Smolski (dai Löanshark), per andare a realizzare prima "Blackfire" (2022) e ora "Renaissance", uscito ancora per la Dying Victims Productions.

Dopo un'intro a metà tra Musica Liturgica e "Profondo Rosso" dei Goblin, ecco che si palesa niente meno che "Satana" in persona, seguito poi a ruota da un altro dei (più controversi) personaggi biblici, tale "Abbadon". Tuttavia, al di là di queste tematiche che non possono che far venire in mente i Venom, richiamati anche nella copertina del disco, i Raptore hanno un approccio alquanto distante rispetto alla formazione inglese, preferendogli, infatti, KISS, WASP, Dokken e Ratt, visto che il cantato graffiante (una via di mezzo tra Don Dokken e Olof Wikstrand) di Cattoni si lega a un Hard Rock ruspante ma anche melodico ed orientato all'easy listening, grazie anche a ritornelli ariosi e accattivanti, con l'anima più selvaggia della band ben espressa dalle chitarre dello stesso Cattoni e di Killhead.
"Renaissance" prosegue come è iniziato, con i suoi testi incentrati su temi Apocalittici (quella annunciata da Giovanni) e musicalmente in debito all'Hard Rock degli '80, prima con la fluente ma leggerina "Darklight", poi al rintocco delle campane che suonano a morto - fatti gli scongiuri di rito - scopriamo anche in "Requiescat in Pace" un episodio tutt'altro che lugubre, anzi si incappa nel brano più melodico del disco e con larghi accenni all'Arena Rock, mentre coglie un po' di sorpresa lo scatto Rock'n'Roll di una ipervitaminica "Into the Bowels".
"Venga il tuo regno... sia fatta la tua volontà", o meglio quella dei Raptore che con "Kingdom Come" inizialmente si presentano come i più fedeli discepoli dei Candlemass per poi tornare in men che non si dica alle sonorità che gli sono maggiormente congeniali, dando comunque vita a quello che è il più bel brano del disco, e non solo per quelle rullate ed un guitarwork che guardano con simpatia agli Iron Maiden. Preso l'abbrivio, ecco che con "Imperium" e "All Fires the Fire" si riparano dietro le mura della R.W.O.H.M (Revival Wave of Heavy Metal), più speedy la prima e quadrata la seguente, che assolve anche il compito di concludere un lavoro che ha dato il meglio di sé proprio nella sua seconda metà.

"Renaissance" si lascia ascoltare con piacere e soddisfazione, ma rimane la sensazione che i Raptore siano ancora un po' indecisi sul da farsi oppure che stiano semplicemente cercando di tenere un piede in due staffe. Vedremo che strada prenderanno con il prossimo album.




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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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