Copertina 8,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:55 min.
Etichetta:No Remorse Records

Tracklist

  1. CITY OF FIRE
  2. 200 NORTH
  3. LONG IS THE ROAD
  4. EVERMORE
  5. MASTER OF ILLUSION
  6. RIVERS END
  7. BALLAD OF THE DEAD RABBIT

Line up

  • John Evermore: vocals, all instruments

Voto medio utenti

Faccio un respiro profondo. E cerco di unire tutti i punti, tutti i collegamenti, ciò che 'Beyond The Breakers', debut album degli statunitensi Diamonds Hadder, mi ha portato alla mente. Sì, perchè parliamo di un disco di non facile assimilazione, ma forse proprio per questo talmente misterioso da risultare affascinante e difficile da staccarsene per passare ad altro. Non siamo stavolta di fronte al solito disco usa e getta, che si ascolta per cercare di ricordasene per una manciata di giorni, e poi cadere nel baratro della nostra memoria, perchè talvolta c'è quel qualcosa, quel fattore X che ci fa rimanere ammaliati, forse straniti davanti a un passaggio, ad una canzone, o come in questo caso davanti all'intero album, che proprio non ci fa andare avanti con i vari ascolti programmati o non, e che come stregati, fa tornare sui propri passi per tornare ad ascoltare questa singolarità. Ma facciamo un passo indietro.

I Diamonds Hadder sono una one man band che ruota attorno alla figura di John Evermore, il quale si è occupato delle linee vocali, ricordando molto da vicino la timbrica di R.J. Dio, oltre che di tutti gli strumenti, e il disco in questione non è propriamente una novità. Uscito infatti in formato digitale lo scorso anno, solo a fine Novembre 2024 è stato reso disponibile per l'acquisto anche nel formato fisico, grazie ad un accordo con la sempre attenta No Remorse Records. Musicalmente ci troviamo davanti a un miscela di molte cose: un viaggio tra il progressive rock, tratti di NWOBHM, sprazzi di melodie maideniane, e forte reminiscenze alla Rainbow dell'era Dio. Il tutto con un atmosfera pregna di mistero, come una nebbia che avvolge l'ascoltatore permettendogli di vedere solo lo stretto necessario per poter proseguire. E' il caso di 'Master Of Illusion' e il suo incedere non troppo veloce, come una sorta di marcia che tra sottili assoli e linee di basso ipnotiche riesce a tenere alto il livello di attenzione nei suoi 11 minuti di durata, o ancora nella stupenda semiballad 'Rivers End', nella prima parte lenta con una performance vocale di Evermore ottima, per poi accelerare nella parte centrale dove si fanno forti gli echi epici dei Rainbow.

Immagine

[Foto fornita per uso promozionale libero e gratuito dal cs di Diamonds Hadder]

Per chi invece cerca vere e proprie cavalcate invece c'è l'opener 'City Of Fire', con il suo ritornello che sembra essere proclamato dal singer a pieni polmoni davanti alla cità nemica, in procinto di essere sconfitta ed essere rasa al suolo, magari a causa proprio di un incendio. Sarebbe una vera e propria colpa infine non citare la suite di ben 15 minuti 'Evermore', che tra riff battaglieri, delle tastiere usate saggiamente in punti specifici per creare il giusto pathos, e cambi di tempo non repentini ma ben azzeccati, crea un ulteriore tassello al completamento di un disco verso il quale mi son trovato, personalmente parlando, a bocca aperta.

Potrei stare qui a tessere ancora le lodi di 'Beyond The Breakers' con ulteriori fiumi di parole, ma non arriverei mai al punto, oltre che ad annoiarvi ulteriormente. Posso solo dirvi di ascoltare in religioso silenzio, e di non fare l'errore di sfuggire alla presa dei Diamonds Hadder dopo una manciata di ascolti. Perchè sì, la produzione è da randellate sui menischi, ma senza di quella si perderebbe gran parte della magia. Tornerete, affascinati e rapiti, ma soddisfatti. Consapevoli che c'è ancora molto da scoprire, ed è proprio in quella continua scoperta che si cela la bellezza di dischi come questo.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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