Gulguhk - Pillé, vendu et trahi

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:28 min.
Etichetta:Pile of Heads Productions
Distribuzione:Pile of Heads Productions

Tracklist

  1. COMME L'AIGLE QUI REVIENT
  2. D'AZUR ET D'éTERNITÉ
  3. RATS DE CALE ET CATINS DU ROY
  4. MON BERCEAU, TON TOMBEAU
  5. LE MYTHE DE LA ROCHE PERCéE (YVAN GOLL)
  6. L'ENFER AUX JALOUX (JEAN AUVRAV)

Line up

  • Le (mal)Saint Fainéant Patrick: All instruments
  • M-A Lazure: Drums

Voto medio utenti

Gulguhk è una Black metal band canadese del Quebec di recente formazione, con all'attivo un paio di demo, uno Split e due full-length. Il primo pubblicato nel 2022, "...et flotteront les restes de ce monde lugubre" (Death Pox), e il secondo nel 2024 tramite la Pile of Heads Productions – etichetta realmente artefice di un ottimo lavoro in ambito Raw black –, dal titolo "Pillé, vendu et trahi".
Il progetto si regge quasi interamente sulle spalle di Finian Patraic – il quale risulta già attivo in numerosi ensemble dell'underground, oltreché essere turnista live dei più noti Délétère –, egregiamente affiancato dal drummer M-A Lazure.

"Pillé, vendu et trahi" propone un Black metal dal suono analogico che più tradizionale non si potrebbe, dove la costruzione complessiva si basa su un impasto delle classiche dinamiche furiose di matrice scandinava, impreziosito da discreti contorni atmosferici inoltrantesi anche in situazioni Dark Ambient, con ricami melodici dagli afflati Epic che, oltreché in alcune vocals (rigorosamente in scream, sia chiaro), trovano respiro perfino in talune aperture del guitarwork dai lievi richiami Heavy.
Tra le particolarità del disco risultano essere le atmosfere marittime, anziché i classici cliché blasfemi, che non solo traspaiono dai campionamenti, ma li ritroviamo anche nella veemenza avventurosa della narrazione, la quale sembrerebbe voler evocare scenari di navigazione impavida, tra le acque torbide di mari in tempesta.
I Gulguhk non si prodigano certo nell'innovare la materia estrema, tuttavia ci propongono un coltello che penetra liscio, in profondità, con la sua lama affilata (i soli 28 minuti di durata facilitano tutto ciò); estremamente suggestivo e ben bilanciato tra sfuriate nichiliste e paesaggi immersivi, avvolto da un pathos oscillante tra le onde della tragedia epica, e le pericolose correnti di risacca proprie delle propaggini depressive della fiamma nera.
Indubbiamente i punti di riferimento del canadese sono da ravvisarsi nei primissimi Satyricon… e in realtà simili di inizio anni '90, dunque davvero niente di nuovo sotto il manto di neve bruna che tanto amiamo… Altresì, la classe con cui ci viene riproposto non è affatto cosa ordinaria.
Da parte mia sostegno incondizionato.

Recensione a cura di DiX88

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