Il 2025 sarà un anno molto triste per almeno due motivi:
- il primo motivo è che sarà l’ultimo anno di carriera degli storici thrashers
Necrodeath che con “
Arimortis” e relativo tour di addio porranno il (definitivo?) sigillo sulla loro carriera;
- il secondo motivo invece è perché pure la one man band
Selvans ha annunciato il suo addio alle scene, non prima di pubblicare il terzo full.
Dopo un esordio di Black Metal atmosferico piuttosto classico se non per una spruzzata di Folklore mediterraneo nei vari spartiti che componevano le composizione del buon “
Lupercalia” ed uno straordinario “
Faunalia” nel quale si inglobavano partiture più Folk, Dark e Prog, si giunge all’atto finale.
Senza tergiversare molto dico subito che “
Saturnalia” è un album di grande valore, che continua la vena evolutiva prendendo le idee del già citato “
Faunalia” e dell’ottimo Ep “
Dark Italian Art” e le porta ad uno step successivo.
Quasi dispiace che questo lavoro duri poco meno di quaranta minuti.
Nella variopinta tavolozza stilistica e sonora di Luca Del Re il Black Metal, seppur presente, adesso è quasi in secondo piano: la componente Dark/Prog è stata ampliata ulteriormente con le sempre presenti tastiere, al lavoro di chitarra si aggiungono armonizzazioni tipiche dell’Heavy Metal britannico che arricchiscono i classici riffs in tremolo tipici del genere e rimane molto Folklore tra le righe.
Come se tutto questo già non fosse sufficiente di per sé, ora qui c’è pure l’ausilio di un’orchestra e di un coro, che uniti alla prestazione vocale dai toni spesso puliti e appariscenti, dà al tutto un sentore fortemente fastoso e teatrale.
Ecco, “
Saturnalia” è il classico disco che bisogna ASCOLTARE e non SENTIRE per carpirne le varie sfumature ed è un lavoro che si presterebbe parecchio a qualche rappresentazione teatrale, magari dando l’input ad una pièce teatrale: ne sono assolutamente convinto su quest’ultimo punto, sembra quasi di assistere ad un'immaginaria colonna sonora.
Più Progressive nell’attitudine che mai, il sipario si chiude con l’ambiziosa “
Fonte dei Diavoli”, che insieme ai singoli “
Il Capro Infuocato” e “
Il Mio Maleficio V’incalzerà” o all’estrosa “
Pantàfica” mostrano come chi abbia composto queste composizioni abbia una grande cultura a livello musicale.
Difficile chiedere un atto discografico conclusivo migliore di questo.
Adesso un piccolo sfogo personale: è davvero triste e ingiusto che con tutta la musica di merda che c’è in giro, (tra copie delle copie delle copie, sterili revival o lavori di inenarrabile bruttura), proprio una realtà come questa che cerca, (riuscendoci pure) nel proporre un qualcosa di PERSONALE e di qualità, debba salutare le scene.
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