È sempre più difficile, al giorno d'oggi, tirare fuori dal cilindro un disco di old-school Death metal realizzato bene, e soprattutto in grado di farsi notare nel marasma di band fotocopia che affollano l'attuale panorama estremo. Quando si decide di seguire un determinato cliché che ha reso grande le realtà del passato, il baratro raffigurabile come il risucchio della propria identità si trova ad un passo. Tuttavia, questo non è il caso di
"Where Obscurity Sways" (
Osmose Productions), terza fatica dei russi
Pyre.
Ovviamente, con la loro terza opera lunga, i russi non raccontano niente di nuovo in ambito Death metal, restando anche perlopiù ancorati a quelli che sono i loro propri canoni stilistici (faccio riferimento a quanto presentato nei primi due full-length); bensì la qualità del prodotto è realmente elevata, a partire dalla cura certosina del lavoro svolto in fase di produzione – ricalcante alla perfezione le releases nord europee degli anni '90 – fino al songwriting estremamente solido e mai banale. Soprattutto è la convinzione con cui questi tre musicisti suonano, a mio avviso, che risulta in grado di farsi spazio perfino nel cuore del deathster più smaliziato.
La matrice stilistica di riferimento è l'old school Death dall'effetto buzzsaw marcato, e con una certa attenzione al groove – non solo nelle sezioni cadenzate, ma anche quando i giri iniziano salire – tipico della scuola svedese di maestri come
Entombed,
Grave e
Dismember; a cui, a mio giudizio – come già notato anche da chi mi ha preceduto nelle recensioni di
"Human Hecatomb" (2014) e
"Chained to Ossuaries" (2020) – si somma un certo influsso proveniente dagli olandesi
Asphyx. Sia per quel che concerne talune scelte stilistiche delle vocals (simili a
van Drunen), che per alcune dissonanze sinistre e diaboliche inserite in frangenti ai limiti del Doom – dimensione dissonante che, comunque sia, lascia respiro anche ad alcune declinazioni oscure e, perdonatemi il termine, "atmosferiche" (
"Murderous Transcendence"), più vicine ai tempi ultimi.
"Where Obscurity Sways" resta ostinatamente affezionato a determinanti stilemi musicali, non intendendo minimamente discostarsene; altresì, lo fa con una propria personalità. Inoltre, non si può accusare il gruppo di operare un mero copia e incolla dei due lavori precedenti. Pur rimanendo tutti e tre gli LP sulla medesima trincea di morte, ognuno di essi vi si posiziona con una postura leggermente differente. Segnaliamo, dunque, che in questo ultimo lavoro, forse è una certa ricerca melodica più "raffinata", inserita su un impianto leggermente più attuale, a ricavarsi uno spazio maggiore.
Tre album, tre centri per i
Pyre… Avanti tutta!
Recensione a cura di
DiX88
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