Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:44 min.
Etichetta:Xtreem Music
Distribuzione:Imperative PR

Tracklist

  1. LIMBS REGENERATION (INSTRUMENTAL)
  2. LACERATE TO DOMINATE
  3. BLOOD MONOLITH
  4. UNROTTED
  5. GUTS OF THE GORE GODS
  6. PHOENIX CRYPTOBIOSIS
  7. DEVOTION FOR PUTREFACTION
  8. NEVERBORN MONSTROSITY
  9. DISMEMBERED
  10. BIO-CADAVER
  11. WANDERING PUTRID SOULS

Line up

  • Dave Rotten: Vocals
  • GoG: Drums
  • Alex Nihil: Bass
  • Alejandro Lobo: Guitars
  • Víctor Dws: Guitars

Voto medio utenti

In corsa dal lontano 1991, gli alfieri della scena Death metal spagnola Avulsed giungono, alla soglia della primavera di questo 2025, a rilasciare il settimo capitolo lungo di una carriera più che onorevole: "Phoenix Cryptobiosis", patrocinato dalla label Xtreem Music.

Gli Avulsed non mutano certo nel 2025 il loro stile musicale, riattestandosi, dunque, come trait d'union della cesura che intercorre tra l'old-school della terra statunitense, e quello tipico delle lande nord europee (in particolar modo Svezia, Finlandia e Inghilterra – in primis Grave, Adramelech, Demigod e Carcass).
Innanzitutto, vi è da fare un encomio a "Phoenix Cryptobiosis", oltre che per la bravura dei musicisti, per quella dei tecnici del suono, e dei produttori, in grado di riproporre alla perfezione il sound dei primi anni '90 senza risultare affatto ridicoli, come a volte, invece, purtroppo avviene con alcune inutili esasperazioni di tali cliché.
Date tali premesse, non ci si può perdere in eccessi discorsivi. Questo ragazzi è Death metal puro che si muove su costruzioni veloci, senza bensì incappare in parossismi tecnici troppo avulsi ed intricati, anzi, preservando una linearità di insieme assai godibile, e non precipitando infine in mediocri scontatezze.
Si tratta di 11 brani per un totale di circa 44 minuti di musica dove tutto fila liscio; tra assalti frontali dal sound corposo, melodie altisonanti dai toni blasfemo/cerimoniali, alternate ad altre più sottili e a frangenti Doom; mid tempo dal groove schiacciasassi e breakdowns propedeutici a ripartenze che, unite ad alcune piccole sfuriate Goregrind – conferenti al tutto un certo senso di "urgenza schizoide" – rendono il disco realmente avvincente.

Indubbiamente niente di nuovo si agita tra le ombre del cielo della mezza luna… ma per quel che mi riguarda preferisco un vecchio demone autentico, piuttosto che le chimere tanto osannate nei tempi ultimi.
Il Death Metal si suona così.

Recensione a cura di DiX88

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