Gli
Skaldr sono una Black metal americana nata nel 2017 in Virginia, composta da musicisti esperti (ex membri live di
Asagarum e
Sacramentum). Nel 2020, rilasciarono in via indipendente il loro album di debutto,
"Scythe of Our Errors"; mentre si ripresentano in questo inizio 2025 – sotto l'ala protettrice della
Avantgarde Music – con il loro secondo full-length:
"Saṃsṛ".
Muovendosi sulla medesima linea del debut, gli
Skaldr propongono quel tipico Black metal melodico situato nella terra di confine con il Death, dove, con difficoltà, si riesce a separare i due elementi. Indubbiamente, i gruppi principali a cui si ispirano risultano essere
Dawn,
Dissection,
Sacramentum e
Lord Belial, bensì anche gli
Windir, soprattutto per alcune linee Folk/Viking di matrice tradizionale fluenti anche da sottili e sporadiche clean vocals.
Senz'altro fin qui non vi abbiamo presentato niente di nuovo in ambito Black e, d'altronde, non avremmo potuto fare altrimenti, in quanto gli
Skaldr non intendono assolutamente tratteggiare nuovi orizzonti, al contrario, si accontentano di suonare al meglio la musica che amano: e senza dubbio alcuno riescono a farlo alla perfezione.
Non si deve pensare a dei meri emulatori, altresì a degli allievi che hanno ben appreso la lezione dei maestri e che con grande classe – pur rimanendovi pienamente ancorati – ce la ripresentano con il loro tocco personale e con una notevole cattiveria, senza perdersi in eccessi melodici melensi, o in artifizi superficiali, come purtroppo spesso avviene al solo scopo di rendere le composizioni più orecchiabili e accessibili a chiunque.
Gli
Skaldr prediligono la linea dura – con una produzione, realizzata dal maestro
Dan Swanö, a cavallo tra vecchia scuola e nuovo corso – mantenendo un riffing serrato dai suoni relativamente asciutti e dalla costruzione piuttosto tecnica e articolata, pur senza perdere di vista la direzione glaciale e malvagia che dovrebbe, sempre, contraddistinguere qualsiasi opera che voglia fregiarsi di appartenere alla nera fiamma.
Tutto risulta innervato da diramazioni armoniche e da situazioni ear catcher, benché declinate in una forma seminale e al contempo elegante e, solo di tanto in tanto, sfociante in frangenti puramente melodici e persino acustici; dove le strutture si dilatano leggermente assumendo fattezze Progressive che, proprio per il loro essere oculatamente centellinate nell'insieme della tracklist, riescono ad estasiare, commuovere e a donare un fascino tutto particolare al telaio di acciaio nero di
"Saṃsṛ".
Il secondo capitolo degli
Skaldr è una piccola gemma, bagnata di quel nero freddo e lucente che, mai niente, è riuscito a far scolorire dal cuore degli amanti delle trame più raffinate del Black metal.
Recensione a cura di
DiX88
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