Questi emiliani sono il significato perfetto del termine pesantezza.
Qui è come se lo sludge/doom trovasse il più assoluto compimento nella sua opera distruttrice.
C’è tutto quello che serve al genere; tempi elefantiaci, vocione cavernoso e sgraziato e atmosfere plumbee.
Va tutto bene? No.
Perchè nonostante le sole sei tracce di questo nuovo lavoro in studio, purtroppo la voglia di cliccare il tasto “avanza” è stata molto forte.
Sarà per la scelta di erigere un muro di chitarre senza il benchè minimo slancio di variazione, i tempi lunghi delle composizioni o il tono monocorde dell’impasto vocale devo dire che la voglia di passare oltre è stata ben presente.
Altre volte come nelle ultime due trecce “
All father” o la lunghissima “
Psychostasia” hanno costruito atmosfere inquietanti e claustrofobiche che rendono il suono devastante.
Album che si merita la sufficienza ma a mio parere c’è ancora uno zinzinino da lavorare per dare più varietà ad uno stile si pesante ma con pochi azzardi, bene ma non benissimo.
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