Nelle foto promozionali, tra
t-shirt a righe e camice con simpatiche fantasie floreali, sembrerebbero abbastanza “frivoli”, per poi definirsi, come recita il sottotesto del loro sito ufficiale, la “
UKs no. 1 Rock Band”.
Questi i presupposti con cui mi sono approcciato alla proposta musicale degli
SKAM, trio di Leicester (che scopro avere all’attivo diversi album ed essere meritevole di parecchi attestati di stima da parte di critica e pubblico, garantiti anche da una solida reputazione di “live band”) alla “prova dei fatti” rivelatosi meno faceto del previsto, dacché “
From the depths” è tutt’altro che un disco di
rock n’ roll “leggero e spensierato”, sia sotto il profilo musicale e sia dal punto di vista lirico (vedasi ad esempio il testo di “
Fate of the souls” ...), lasciandomi piacevolmente “sorpreso”.
Il disco si colloca con una certa autorevolezza sulla scia di formazioni del calibro di Alter Bridge, Shinedown e 3 Doors Down, tutta “gente” che per come ha condotto con successo la missione di portare l’
hard-rock “alle masse” del terzo millennio, merita sicuramente un convinto plauso.
Una lode che estendiamo dunque anche a questi loro discepoli, capaci di aggredire l’ascoltatore appassionato con le “scosse” dense e adescanti di “
Rising fever” e “
Another way out”, lasciando poi al clima scuro e granitico della suddetta “
Fate of the souls” e della più
radio-friendly “
Selfish friend” il compito proseguire efficacemente l’opera di adescamento.
Superfluo aggiungere che ‘sta “roba” finirà per intrigare pure gli estimatori del “vecchio”
grunge, i quali ritroveranno nel
sound degli
SKAM scorie di quei fantomatici “nemici” dell’
hard n' heavy (in particolare Pearl Jam, Alice In Chains e Soundgarden) ancora oggi fonte d’ispirazione per molteplici frequentatori del genere.
Si continua con la solare (a dispetto del titolo) e Foo Fighters-
esca “
Clouds”, seguita dalle pulsazioni
bluesy di “
Travesty” e da “
Die for you” e “
The grind”, due tracce che piacciono per i loro saliscendi armonici, un po’ meno per linee melodiche non particolarmente memorabili.
Da questo punto di vista, andiamo meglio nell’accattivante liquidità di “
Face Down”, mentre la
title-track dell’albo, dopo il serafico preludio, esplode in un condensato di energia sonora prorompente e palpitante, in cui idee, capacità comunicativa e tecnica esecutiva trovano un assennato e convincente equilibrio.
“
From the depths” consente agli
SKAM di meritare visibilità e considerazione … per quanto riguarda il succitato “primato”, così sfrontatamente (e altrettanto ironicamente, presumo …) ostentato, mi sa che c’è ancora un
po’ da lavorare, ma la strada intrapresa, per quanto lunga e impervia, è quella giusta.
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