I greci
Insanity Cult appartengono all'ordine dell'
"Antinomianism Circle", insieme con Isolert, Sørgelig e Sores, band con le quali condividono membri della propria line-up.
Per i conoscitori della scena estrema greca, quella più undeground, la recensione potrebbe anche finire qui poichè sapranno perfettamente cosa aspettarsi da
"Κάθοδος".
Lasciate da parte ogni pretesa di commercialità ed ogni riferimento al "classico" black metal greco: in questo album tutto è nero assoluto, tutto è dolore lancinante, dalle urla sguaiate di
Sacrilegious al riffing serrato di
Έκπτωτος e
Vohamon, passando per la spietata sezione ritmica e le costruzioni armoniche a singola nota, ogni dettaglio esprime sofferenza, malignità e reale attitudine verso la propria musica.
Non è questo l'album in cui cercare innovazione o raffinatezza.
Gli
Insanity Cult suonano sulfurei,
epici (ascoltate con attenzione la suite finale e sappiatemi dire), sprezzanti e saldamente ancorati al passato, immortale, del metallo nero, suonano per ferire e per esprimere un pesante senso di nichilismo ed auto distruzione, in un maelstrom sonoro che sa bilanciare la velocità del vento con partiture più ragionate in cui viene fuori una vena "melodica" drammatica che vi stringerà il cuore facendolo in mille pezzi.
"Κάθοδος" è il male dell'esistenza, una tela nera dipinta con colori neri, un abisso dal quale non sfugge alcun raggio di luce e nel quale cadiamo avvolti da una atmosfera morbosa ma, e qui sta la grandezza di questo lavoro, dannatamente affascinante nelle sue spire di purissima ispirazione.
Per quanto mi riguarda, album imperdibile per chiunque ami il
Black Metal Vero.
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