Lynx - Caught in the Trap (Reissue)

Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2025
Durata:40 min.
Etichetta:Cold Knife Records
Distribuzione:Red Flame Distribution

Tracklist

  1. MY OWN WAY
  2. WIN OR LOSE
  3. FINGERS CROSSED
  4. MAN WITHOUT A FACE
  5. DON'T FOOL ME
  6. FINAL RACE
  7. NOTHING IN RETURN
  8. MASTER OF EVIL
  9. NIGHTWALKER

Line up

  • Mats Eriksson: vocals
  • Kauno Vaattovaara: bass
  • Carl Moser: drums
  • Per Larsson: guitars
  • Mats Hermansson: keyboards

Voto medio utenti

Ristampe, riscoperte, ripescaggi vari … un fenomeno diventato nei tempi recenti talmente diffuso da rendere davvero difficile raccapezzarsi in tanta opulenza, peraltro non sempre giustificata.
Beh, l’unico full-length dei Lynx appartiene sicuramente alla categoria dei “recuperi” pienamente legittimi, almeno se considerate Rainbow, Uriah Heep, Saracen, Tytan e Whitespirit autorevoli fonti ispirative, peraltro ancora piuttosto “presenti” nelle produzioni artistiche di tanti dei sostenitori odierni del cosiddetto vintage-rock.
Si tratta, dunque, tenendo conto che l’uscita primigenia di “Caught in the trap” risale addirittura al 1985, di forme di suggestione espressiva assolutamente atemporali, che i nostri “oscuri” svedesi hanno saputo trattare con innata attitudine e un buongusto compositivo ed interpretativo davvero spiccati.
Sviscerando i contenuti dell’albo, non si può, infatti, che rimanere “sorpresi” della mancata affermazione dei Lynx: il fascino che prorompe dai solchi dell’opera è intenso e immediato, alimentato da un’efficace alchimia tra l’energia della NWOBHM più evocativa e la classe dell’hard-rock tastieristico scaturito dai seventies.
Non mancano nemmeno piccole avvisaglie delle cadenze cromate tipiche dell’US metal (movimento che si stava sviluppando proprio in quegli anni …), a comporre un quadro sonoro che attrae lo “sguardo” uditivo fin dall’atto d’apertura “My own way”, dove il manto di tastiere sostenta una melodia “circolare” e fosca, governata dall’ugola stentorea e calda di Mats Eriksson (non lontana da quella di Kal Swan) e dalla chitarra Blackmore-iana di Per Larsson.
Si prosegue mantenendo in sostanza lo stesso clima con “Win or lose”, mentre “Fingers crossed” si spinge fino a creare una sorta di fusione tra Dio e Led Zeppelin e “Man without a face” stabilisce un’alleanza tra Rainbow e Deep Purple, impegnati a intrecciare reciprocamente le proprie leggendarie qualità.
Gli sconfinamenti nel rock melodico di “Don't fool me” ricordano all’astante che siamo nelle terre che hanno dato i natali agli Europe, e se “Final race” e “Nothing in return” conducono il programma sui sentieri dell’incalzante hard n’ heavy britannico, “Master of evil” e la palpitante “Nightwalker” decidono di tornare a valorizzare gli aspetti più magniloquenti ed enfatici di quei percorsi artistici, coinvolgenti ed emozionanti oggi come una quarantina d’anni fa.
Sottolineando la scelta della Cold Knife Records di ristampare “Caught in the trap” in tre diverse edizioni in vinile (“Night Black Vinyl”, “Blazing Orange Vinyl” e l’esclusiva “Frozen Sky Splatter Vinyl”, limitata a cento copie numerate a mano), non mi rimane che raccomandare agli “esploratori” (e intenditori) del settore di adoperarsi per riconoscere una tardiva considerazione ai Lynx, aggiungendoli all’elenco dei gruppi di notevole valore iniquamente sottovalutati
Recensione a cura di Marco Aimasso

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