Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:42 min.
Etichetta:Inverse Records

Tracklist

  1. INTO THE MEADOWS
  2. INTERNAL TORMENT
  3. GOLDEN MAIDEN
  4. DECEITFUL PHOENIX
  5. UNREALITY
  6. A REACHING HAND
  7. DEMOCIDE
  8. ALL ON MY OWN
  9. IN SEARCH OF REASON
  10. FALSE MESSIAH

Line up

  • Pasi Matinolli: vocals
  • Elias Vierimaa: guitars
  • Artturi Kauppi: drums
  • Sampo Jylhä: bass
  • Topi Ilmola: guitars

Voto medio utenti

Giovanissima formazione di Oulu, Finlandia settentrionale, che giunge all'esordio dopo una breve gavetta e con solo una manciata di singoli alle spalle, tutti brani che sono stati poi ripresi su "Meadows of Misfortune", realizzato per la Inverse Records.
Un full length che si compone di dieci canzoni per un totale di quarantadue minuti di durata, lungo i quali scopriamo i Pestilent Scars fare evidenti sforzi per evitare di proporre l'ennesima replica di quanto già proposto dalle tante formazioni che sono venute prima di loro.

Il via è dato dall'interlocutoria "Into the Meadows", breve intro strumentale che potrebbe far pensare a del Classic Metal di deriva maideniana, così è solo con la seguente "Internal Torment" che si spalancano le porte ad un ben più aggressivo Death Metal dall'imprinting scandinavo, che i Pestilent Scars cercano di variare con rallentamenti e passaggi ad effetto. Tuttavia, alcune scelte fanno storcere il naso, come quegli "ohohoh" dozzinali ficcati a forza in una "Golden Maiden" che molto deve ai connazionali Sentenced, anche se a livello solista siamo ben distanti dalla qualità del compianto Miika Tenkula. Non si tratta nemmeno dell'unico episodio che ricalca il primo periodo degli autori di "Shadows of the Past" e "Amok", e in effetti una certa assonanza tra Pasi Matinolli e Taneli Jarva ci starebbe pure, ovviamente con le debite (e indebite) proporzioni, per un trend cui si accodano anche le varie "Deceitful Phoenix", "Democide" e la conclusiva "False Messiah".

Qualche altra canzone è invece meno codificabile, come l'aggressiva "Unreality" o l'arruffata "A Reaching Hand", dove cercano nuovamente di smorzare gli eccessi con quei break melodici un po' casuali ma soprattutto mal interpretati dal pur volenteroso Matinolli. Con "All on My Own" finalmente i Pestilent Scars, invece di partire con il "solito" riff di chitarra, optano per un'introduzione caustica e domeggiante, mentre con "In Search of Reason", incalzati dalla batteria di Artturi Kauppi, si lanciano subito all'assalto con i favori di un convincente Death Metal diretto e ringhioso, senza eccessive e dannose divagazioni sul tema.

La passione e la volontà messe in campo da questi cinque ragazzi sono innegabili, e con una limatina qua (nei fraseggi solisti e in un songwriting ancora incerto e ripetitivo) e là (Matinolli qualche volta deraglia, specialmente quando rinuncia alle parti meno estreme) potrebbero anche arrivare a stupirci.

Ma non è questo il giorno!



Metal.it
What else?
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.