Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:39 min.
Etichetta:Godz ov War Productions
Distribuzione:Godz ov War Productions

Tracklist

  1. CLOAKED BY NOTHINGNESS
  2. DISINCARNATE SOWER
  3. WHAT LIES AHEAD
  4. NO FEAR
  5. INTO THE PHANTOM HEARTS
  6. FAREWELL
  7. CATHEDRALS OF CREATION
  8. INEXPLICABLE

Line up

  • Krzysztof Pochranowicz: Drums
  • Paweł Snarski: Guitars
  • Oskar Wańka: Vocals, Bass
  • Eryk Jakubczyk: Guitars

Voto medio utenti

I polacchi Frightful, attivi dal 2016, inizialmente dediti a una forma di Old school Death metal dal taglio Goregrind – riprendendo, in parte, da realtà come Exhumed e Impaled – si ripresentano con un'opera più classica e meno estrema, dal profilo Thrash/Death: "What Lies Ahead", rilasciato a fine febbraio 2025 sotto l'egida della Godz ov War Productions.

"What Lies Ahead" rappresenta il secondo atto per i Frightful che procedono su una direzione realmente molto tradizionale, dove la matrice Thrash metal è fortissima, riprendendo a piene mani da Slayer e Kreator, e, nell'andare a sovrapporre una certa attitudine Death –rinvenibile anche nei registri vocali, oltreché in alcune ritimche forsennate e nel sound ribassato –, essi ci proiettano su lidi simili a quelli dei primi Pestilence ma, ancor di più, in alcune raffinatezze di casa Vader (sulla scia di "De Profundis" – 1995).
I polacchi cercano di inserire nelle loro tessiture, brutali e veloci, anche elementi atmosferici e numerosi rallentamenti con svariate innervazioni melodiche che, talvolta, riescono a conferire realmente un valore aggiunto al prodotto.
Tuttavia, a mio giudizio, i Frightful si muovono su lidi fin troppo consolidati, questo impedendo loro di catturare adeguatamente l'attenzione. Inoltre, non sempre le armonie sinuose, di cui ho accennato poco sopra, riescono a collegarsi alla perfezione con il contesto di insieme della loro arte estrema.
Comunque sia, "What Lies Ahead" vale sicuramente qualche ascolto, e, probabilmente, piano piano riuscirete anche a provarci gusto... Il prodotto è ben realizzato – con una produzione astuta nel riproporre i vecchi suoni, di fine anni '80 prima metà dei '90, senza altresì risultare troppo anacronistica – e i polacchi sono indubbiamente degli ottimi professionisti, sia sul profilo puramente tecnico che artistico/espressivo.

Recensione a cura di James Curzi

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