Copertina SV

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:7 min.
Etichetta:Nocturnal Brights

Tracklist

  1. EPITAPH OF PAIN
  2. MIRTHLESS SOUL

Line up

  • Vlad: vocals
  • Morgan: guitars
  • Magna: bass
  • Stefano: drums

Voto medio utenti

“Metamorphosis”, il primo demo degli Stigma, è stato per me una delle più grosse sorprese del 2004, e in tutti questi mesi mi son tenuto aggiornato sulle vicissitudini della band piemontese. Così, a distanza di molti mesi, rieccoli di nuovo in pista, con quello che credo sia un assaggio di quello che verrà.
Il nuovo ep “Epitaph Of Pain” consta, ahimé, di sole due tracce per circa sette minuti, anche se c’è da dire che il dischetto ha una traccia multimediale da urlo, nella quale oltre a moltissime foto, potrete trovare anche le cinque tracce del primo demo ormai andato esaurito e moltissime altre informazioni.
Per quanto riguarda il discorso prettamente musicale c’è da dire che si nota subito una miglioria compositiva non da poco, con brani più strutturati e complessi, i quali non mettono mai da parte la brutalità che ha contraddistinto la band su “Metamorphosis”, anche se la mitigano con un pizzico di melodia tipicamente swedish, e che risultano ancora una volta intensi e ricchi di mosh. Alcuni stacchi sono violentissimi, soprattutto quando la band cambia mood, e la voce di Vlad si dimostra ancora una volta qualcosa di mostruoso. In “Mirthless Soul” è possibile ascoltare anche uno stacco di batteria quadrato e preciso, con il batterista Stefano indiavolato dietro il suo drum-kit.
Non sono in grado di dare un giudizio definitivo con così poco materiale a disposizione, ma l’impressione che ne ho avuto è che la band abbia fatto un grosso passo avanti, riuscendo a non disperdere le buone intuizioni del debutto, ma al tempo stesso riuscendo a coniugarle con la loro nuova direzione, meno brutale forse, ma di sicuro più articolata.
In futuro penso ne vedremo delle belle e l’unico consiglio che mi sento di dare alla band è quello di pestare sempre il più duro possibile, ovunque e comunque. Dico questo perché non vorrei che i troppi complimenti, tutti meritati tra l’altro, facessero perdere alla band quella spontaneità del debutto, che in parte è stata tralasciata su questo “Epitaph Of Pain”. Il discorso è molto più semplice di quello che sembra, va bene cercare approcci più tecnici (alcuni “funambolismi” non passano inosservati), va bene mettere alla frusta la propria innegabile bravura, ma ricordatevi che il primo obiettivo della musica estrema è quello di colpire subito forte, duro e veloce, perché chi parte prima picchia sempre due volte. Poi magari dopo si può anche ragionare e impressionare con la “filosofia”, ma è meglio farlo dopo aver brutalmente messo le cose in chiaro. Detto questo non vedo l’ora di un full-lenght, sperando di non attendere troppo, noi vecchietti al cospetto di quattro ragazzi di vent’anni. Up for Stigma!
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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