"Fuck Religion
Fuck Politics
Fuck Humanity"

Questo è il biglietto di presentazione dell'oscuro, e anonimo, progetto tedesco vocato al culto della fiamma nera Kriegstreiber.
Spero che non abbiate voglia di sentire i soliti discorsi su come dovrebbe, o non dovrebbe, suonare attualmente la musica estrema, e che vi limiterete a prendere questo dardo nero per quello che è: un condensato di poco meno di trenta minuti di marcissimo Black metal.
Suoni lo-fi ma tutto sommato distinguibili, con strutture basate perlopiù su corse folli con il coltello tra i denti, precorrendo le spirali gelide del monocromatismo svedese, con particolare riferimento ai Marduk – influenza, qui più che evidente a qualunque adepto dell'arte satanica. Tuttavia, se dovessimo arrestarci per tali tipologie di somiglianze, al giorno d'oggi, a fine anno, si stringerebbero tra le mani 3 o 4 dischi, ad essere generosi.

I Kriegstreiber hanno carisma da vendere e sanno bene come far male; intrattenendoci, però, anche con parti più cadenzate ed evocative, come la lenta litania blasfema "Todesmarsch" – dove l'influenza degli svedesi dell'era "Heaven Shall Burn... When We Are Gathered" (1996) è realmente marcata – e, inoltre, alcuni leggeri elementi sonori non ben definiti che talvolta emergono dalle retrovie, insieme a taluni passaggi di chitarra essenziali ed armonici, bensì altamente espressivi, conferiscono al disco, per quanto poco originale, un fascino irresistibile.
Aggiungo che ritengo, essendo questo un esordio, sia lecito aspettarsi progressi nelle prossime releases dei Kriegstreiber, perfino in termini di originalità... Resteremo ad osservare sulla riva del fiume.

Gelido minimalismo sonoro, tremolo, power chords, blast beats che colpiscono diretti alla bocca dello stomaco, alienazione e grida lancinanti sono l'essenza del Black metal. E così deve essere; senza nulla togliere a tutte le altre, magnifiche, forme di musica estrema.

Questo è "Kriegstreiber": prendere o lasciare.