Toughness - Black Respite of Oblivion

Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:46 min.
Etichetta:Godz ov War Productions
Distribuzione:Godz ov War Productions

Tracklist

  1. ABOMINATING THE SCOURGE
  2. THE PROFANITY THAT CREATES AN EXPRESSION OF PAIN AT THE IMPOSSIBILITY OF ASCENDING TO THE LOWER REALMS
  3. BLACK RESPITE OF OBLIVION
  4. EMBRACE BLACKNESS
  5. CARRION ENTRAILS (LOST ABYSSAL DISBELIEF)
  6. CONDEMNED TO NOXIOUS PERSISTENCE
  7. FROM THE SHROUD OF HUMAN DISGRACE
  8. OPEN WOUNDS OF THE FORGOTTEN PLANET
  9. VILE UNRELENTING MISCREANCY

Line up

  • Ziemowit Chalciński: Bass
  • Bartek Domański: Guitars, Vocals
  • Łukasz Wojtowicz: Guitars
  • Maciej Gransztof: Drums

Voto medio utenti

I deathsters polacchi Toughness giungono in questi giorni di fine febbraio 2025 a tagliare il traguardo del secondo full-length: "Black Respite of Oblivion", rilasciato sotto l'egida della Godz ov War Productions.

I Toughness ci propongono 9 brani per un totale di 46 minuti di Death metal piuttosto tecnico e intricato, strutturato su cambi di tempo continui ed incastri non propriamente facili da seguire, pur senza sfociare nei parossismi tipici dei tempi ultimi, e neanche in sonorità artefatte ed eccessivamente triggerate. Come coordinate di riferimento, per comprendere la proposta dei polacchi, si possono menzionare i Gorguts dei primi due album – dunque in quasi assenza della matrice Avantgarde – e i Demilich.
Purtroppo, però, la qualità della musica contenuta in "Black Respite of Oblivion" non è la stessa delle due formazioni appena citate; risultando, al contrario, sì piuttosto tecnico e raffinato, bensì non intrigante, e in vari frangenti un po' sottotono, mancando sia quella scintilla compositiva raffinata, sia quel guizzo di incisività che, in ogni caso, Gorguts e Demilich riuscivano costantemente a preservare, nonostante la complessità strutturale della loro matrice stilistica.
Comunque sia, questo secondo LP dei Toughness non è certo un lavoro da buttare; tutto sommato, se lo si ascolta più volte – come sempre dovrebbe esser fatto per questa peculiare declinazione del metallo della falce –, riesce a regalare le sue gioie. Soprattutto risulta da premiare la scelta di sonorità tutto sommato "naturali", visto e considerata la contingenza in cui attualmente ci troviamo: ovvero quella in cui si preferisce, particolarmente in ambito Technical, la plastica ai suoni autentici.

"Black Respite of Oblivion" non brilla e ci presenta un gruppo che necessita ancora di trovare pienamente sé stesso... tuttavia i semi sono stati posti...
Attendiamo per esprimere un giudizio definitivo.

Recensione a cura di DiX88

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