I deathsters polacchi
Toughness giungono in questi giorni di fine febbraio 2025 a tagliare il traguardo del secondo full-length:
"Black Respite of Oblivion", rilasciato sotto l'egida della
Godz ov War Productions.
I
Toughness ci propongono 9 brani per un totale di 46 minuti di Death metal piuttosto tecnico e intricato, strutturato su cambi di tempo continui ed incastri non propriamente facili da seguire, pur senza sfociare nei parossismi tipici dei tempi ultimi, e neanche in sonorità artefatte ed eccessivamente triggerate. Come coordinate di riferimento, per comprendere la proposta dei polacchi, si possono menzionare i
Gorguts dei primi due album – dunque in quasi assenza della matrice Avantgarde – e i
Demilich.
Purtroppo, però, la qualità della musica contenuta in
"Black Respite of Oblivion" non è la stessa delle due formazioni appena citate; risultando, al contrario, sì piuttosto tecnico e raffinato, bensì non intrigante, e in vari frangenti un po' sottotono, mancando sia quella scintilla compositiva raffinata, sia quel guizzo di incisività che, in ogni caso, Gorguts e Demilich riuscivano costantemente a preservare, nonostante la complessità strutturale della loro matrice stilistica.
Comunque sia, questo secondo LP dei
Toughness non è certo un lavoro da buttare; tutto sommato, se lo si ascolta più volte – come sempre dovrebbe esser fatto per questa peculiare declinazione del metallo della falce –, riesce a regalare le sue gioie. Soprattutto risulta da premiare la scelta di sonorità tutto sommato "naturali", visto e considerata la contingenza in cui attualmente ci troviamo: ovvero quella in cui si preferisce, particolarmente in ambito Technical, la plastica ai suoni autentici.
"Black Respite of Oblivion" non brilla e ci presenta un gruppo che necessita ancora di trovare pienamente sé stesso... tuttavia i semi sono stati posti...
Attendiamo per esprimere un giudizio definitivo.
Recensione a cura di
DiX88
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