Ecco al debutto i capitolini
Risen Crow, fautori di un power metal che si tinge di gotico qua e là, ma che basa la sua proposta su una bella 'botta', con brani che spingono forte, ricordandomi un po' i vecchi Kamelot, quelli buoni. Peculiarità della band è la presenza di una voce maschie e una femminile che se la giocano assolutamente alla pari (per capirci,
Antonella Della Monica non sta a fare i controcanti lirici a
Claudio Vattone, ma i due se le cantano 50 e 50, cosa molto apprezzata).
Questo debut album, "
Requiem for a Damned Love", è una sorta di concept album su un amore maledetto e sui pericoli dell'amore ossessivo. Le canzoni sono ben prodotte, anche se a volte peccano della inevitabile ingenuità di un debut album. Tutto sommato se volete un album di power bello pesante, dove non si gioca a fare le principesse ma ci si mena con cognizione, "
Requiem For A Damned Love" potrebbe essere la giusta commistione tra Kamelot, Lacuna Coil, un pizzico di operistico ma senza esagerare (l'ho già detto? Quai si mena!). Il tutto, ovviamente, con le dovute proporzioni.
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