Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:43 min.
Etichetta:Osmose Productions
Distribuzione:Osmose Productions

Tracklist

  1. RETRIBUTION OF THE DEAD
  2. HEIR OF TYRANTS
  3. ARE YOU FRIENDS WITH YOUR DEMONS
  4. BURNING BLOOD'S CURSE
  5. TURBULENCE OF MISANTHROPY
  6. IRON STAR
  7. WINGS OF INFERNO
  8. COLD VOID SKIN
  9. RUTHLESS PARANOIA
  10. PREDATOR OF SPIRITFORMS

Line up

  • Sulphur: Vocals, Bass
  • Axeleratörr: Guitars (lead)
  • Pestilent Slaughter: Guitars
  • Kalle Salminen: Drums

Voto medio utenti

I finlandesi Urn dediti a una forma di Black / Thrash piuttosto aggressiva, attivi dall'ormai lontano 1993, dopo un primo promo nel '97 e un EP nel '99, debuttarono nel 2001 con "666 Megatons", seguito da "Dawn of the Devastation" (2006) e "Soul Destroyers" (2008) che ne hanno consolidato il sound feroce e senza compromessi. Dopo una pausa, tornarono con "The Burning" (2017) e "Iron Will of Power" (2019) inoltrandosi su sentieri progressivamente più melodici. Ed è esattamente su questo tracciato che si inserisce il loro sesto album in studio, "Demon Steel", rilasciato tramite la storica Osmose Productions, proprio in questi giorni di fine marzo 2025.

"Demon Steel" è un condensato di brutalità e melodia che riesce perfettamente nell'intento di coniugare la forza selvaggia della prima ondata del Black – con predilezione per Celtic Frost, Bathory e Venom – con costruzioni melodiche – soprattutto in fase solista, e in varie altre soluzioni del guitarwork – di matrice Heavy e dai forti richiami a realtà nere come Mercyful Fate e King Diamond.
Il disco scorre davvero piacevolmente risultando solido sia livello compositivo che a livello di realizzazione in generale; dotato di suoni nitidi, potenti, ben bilanciati e dal taglio moderno, pur preservando una certa attitudine cruda.

Da "Demon Steel", anche se, come il sottoscritto, non prediligete questo tipo declinazione del genere, è difficile non rimanere affascinati, in grazia di tanta maestria e dell'efficacia di determinanti arrangiamenti; sia che si trovino rivolti ad assestare colpi energici alla bocca dello stomaco – in cui affiorano alcuni echi degli ultimi Barathrum – che al contrario siano vocati ad ammaliare mediante armonizzazioni di pregevole fattura, in cui, realmente, si viene catapultati in una serie di rifferama, arpeggi sinistri e solos capaci di far tremare il cuore di chiunque ami, o abbia amato, il metallo scintillante – "Classic" – dei magici 80's.
… D'altronde, il titolo stesso parla chiaro…

Immagine
Recensione a cura di DiX88

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