Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:37 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records
Distribuzione:I, Voidhanger Records

Tracklist

  1. WITH A KNIFE
  2. PALE CITY SKIN
  3. TRENCHES
  4. WHISPERING HAND
  5. A STRANGE BURIAL
  6. WAILING BLOOD
  7. THE NORTH PASSAGE
  8. SEAMLESSLY WOVEN

Line up

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I Kazea sono un trio svedese formatosi nell'estate del 2023 a Göteborg. La band è composta da Jonas Mattsson (voce e chitarra) e Rasmus Lindblom (basso e sintetizzatore), entrambi precedentemente membri degli Orochen, insieme al batterista Daniel Olsson, noto per il suo lavoro con gli Hellsongs.

Il loro album di debutto, intitolato "I, Ancestral" uscirà in questi giorni di marzo 2025 sotto l'etichetta Suicide Records, e ci viene reso noto che è stato registrato e mixato da Ulf Blomberg, e masterizzato da Magnus Lindberg dei Cult Of Luna. Il disco, inoltre, vede la partecipazione di ospiti al microfono come Gina Wiklund (Black Birch, GASP) e Oskar Tornborg (Wormwood, Circular Ruin).

La musica presentata dagli svedesi in "I, Ancestral" si dispiega come una fusione potente di Post-rock, Neofolk e Sludge metal, fortemente affine ai Neurosis (era "Times of Grace", "A Sun that Never Sets" e "The Eye of Every Storm" – '99,'01,'04) e ovviamente ai Cult of Luna, riuscendo a profilare inni oscuri e viscerali dove si esplorano temi come l'eredità, il dolore e la redenzione, assumendo, non infrequentemente, tonalità che si protendono verso il chiarore diafano dell'etere.
È un ascolto sicuramente più immediato e leggero rispetto a quello delle due formazioni da noi sopracitate, non tanto perché di bassa qualità, bensì poiché sfrondato di alcune soluzioni musicali che generalmente, in simili territori, si protraggono, ripetendosi ciclicamente, ben più a lungo, consegnandoci dunque i Kazea otto brani intensi che si risolvono in dimensioni sonore più condensate.
All'agevole fruizione del prodotto contribuiscono inoltre molteplici dinamiche ai limiti del Post rock assai orecchiabili, dove comunque viene pur sempre preservata una certa vena sperimentale, la quale assume texture tra lo psichedelico e l'industriale, su un telaio che, di base, è bene specificarlo, resta posizionato su uno sfondo di matrice Sludge/Doom, sporcato da un alone oscuro che sporadicamente assume parvenze Black, pur venendo quasi subito soppiantato da misteriosi e avvolgenti immaginari ascetici – veri punti di forza dell'opera.

"I, Ancestral" non è un capolavoro ma rappresenta un ottimo esordio, mostrandosi munito di tutte quelle credenziali suggestive a cui ogni amante di questa specifica tipologia di musica anela.

Recensione a cura di James Curzi

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