Abbiamo tutti abboccato quando
Steven Wilson ha annunciato che il nuovo disco sarebbe stato un ritorno al progressive “classico” degli anni Settanta. E cosa poteva fare l’instancabile inglese più di quanto già fatto con
“Grace For Drowning” o
“The Raven That Refused To Sing (And Other Stories)”? Proprio niente, come confermato dal qui presente
“The Overview”.
Le due lunghe tracce del full-length rievocano tanti grandi nomi del passato. Se
“Objects Outlive Us” rievoca gli Yes di
“Tales From Topographic Oceans”, i Pink Floyd di
“Animals”, i King Crimson di
“Larks’ Tongues In Aspic” e il Mike Oldfield di
“Hergest Ridge”, la più audace titletrack fa tesoro degli insegnamenti di Laurie Anderson, degli Art Of Noise, del Bowie berlinese e di tutte le produzioni firmate da Conny Plank (a dimostrazione di un amore ancora evidente per le sonorità degli anni Ottanta sviscerate dall'artista da
“To The Bone” in poi). E cosa rimane di
Steven Wilson? Molto poco, almeno per chi scrive.
Deludente anzichenò.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?