Tornati sulle scene oramai più di dieci anni fa, non si può non dire che i deathster svedesi
Wombbath non abbiano lavorato per tornare attivi. A distanza di quasi venti anni da quel 'Internal Caustic Torments', debut album del 1993, i cinque musicisti hanno macinato dischi arrivando all'anno corrente con ben sei full length, tra cui va citata una tripetta molto ravvicinata tra Marzo del 2020 e Dicembre del 2021. Quattro anni dunque son passati, il lasso di tempo più dilatrato dai tempi della reunion, per poter ascoltare questo nuovo
'Beyond The Abyss', primo lavoro tra l'altro con
Pulverised Records. Non aspettatevi grandi cambiamenti nella proposta dei
Wombbath che, seppur rimanendo fedeli al death metal della propria patria, e quindi prendendo a carico il suono grasso e sporco delle chitarre alla Grave, ma anche qualche episodio di death n roll alla Entombed (senza fortunatamente andare a cadere nella stessa trappola in cui fecero capolino nel 1994 con l'EP 'Lavatory'), confermando però allo stesso tempo la loro ispirazione che non sembra essere minimamente scesa.
Fondamentalmente parliamo di un album che mostra due facce molto simili tra loro, ma con delle sottili differenze che fanno di esso un lavoro variegato il giusto e non eccessivamente sperimentale, ma neanche noioso o statico. Se da una parte troviamo veri e propri attacchi frontali come
'Words Unspoken' o
'Discord of Doom', quest'ultima una rasoiata veramente di grande effetto, dall'altra la band inserisce delle brevi parti tastieristiche (
'Malevolent') che non stonano, anzi, contribuiscono a dare all'album quella sensazione luciferina, inquietante, come all'inizio di
'Deep Hunger', sicuramente una delle migliori del lotto, che sembra far cadere l'ascoltatore in una spirale di piacevole dolore dal quale viene diffficile staccarsi. O ancora, il violino usato alla fine della Titletrack, non messo a caso come spesso viene fatto, ma seguendo precisamente la direzione in cui vanno gli strumenti, e aggiungendo un ulteriore elemento che va ad arricchiere il tutto. Ottima anche la prova dietro le chitarre da parte di
Håkan Stuvemark,
Jonny Pettersson e
Thomas von Wachenfeldt, con assoli per nulla confusionari ma dal sapore epico, lontano, affascinante.
Altro centro dunque per i
Wombbath, che con
'Beyond The Abyss' mettono un ulteriore grande tassello nella loro carriera. Certamente non un album da sentire e poi riporre nel cassetto, ma a cui dare la giusta attenzione. Decisamente consigliato.
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