Vi sono alcuni album che a distanza di quasi 35 anni ricalcano determinati stilemi risultando stereotipati, fuori tempo massimo e dunque ai limiti del ridicolo, oppure del plagio vero e proprio; mentre altri che, nonostante suonino il medesimo stile, riescono a risultare ancora attuali, convincenti e ad emozionarti, e questo è il caso, almeno per quanto mi riguarda, del quarto full-length,
"Strigae", rilasciato sotto l'egida della
Astral Nightmare Productions alle porte di questa primavera 2025, dai tedeschi
Spectral Whisper.
Gli
Spectral Whisper sono un duo composto da musicisti che sempre più si stanno affermando nella scena Black teutonica e, soprattutto, in quella sorta di "revival" delle sonorità più primitive ed iconiche della fiamma nera degli anni '90. I due loschi figuri in questione sono
Noxathra a chitarra, basso e voce (
Lunar Chalice,
Malefica,
Nightwalker, ecc.ecc.) e
M.D.B. alla batteria (
Lunar Chalice,
ex-Pestnebel, ecc.ecc.).
Se avete letto la recensione che ho scritto recentemente proprio sull'ultimo EP dei Nightwalker, avrete capito di cosa stiamo parlando in questa nuova incarnazione della vena artistica di
Noxathra, ma, a mio avviso, qui il gioco di prestigio riesce con più pregnanza, rievocando realmente la capacità di fascinazione ancestrale di quel metallo nero che tanto abbiamo amato.
È una questione di feeling musicale la magia che i tedeschi riescono a mettere in piedi, la quale passa dalle classiche grammatiche più intransigenti del Black metal: fatte di riffs gelidi, assalti impietosi e disanimati, dove i blast beats distruggono ogni parvenza di umanità, ben miscelati con molteplici rallentamenti oscuri e atmosferici – passaggi spettrali dipinti all'insegna del minimalismo, tramite semplicissimi droni e un leggero effetto crunchy – con i quali si viene catapultati nei veli consunti delle tenebre intessute negli anni d'oro dalla blasfema
Unholy Trinity dei
Darkthrone, e da
"De Mysteriis Dom Sathanas" (1994) dei
Mayhem.
Qui vi troverete imprigionati da quel novero di emozioni appartenenti al regno dell'incubo: disperazione, angoscia e odio, a cui si contrappone quel filo di inspiegabile epicità da sempre tanto caro all'arte nera.
Su livelli simili, allo stato attuale e sulla medesima tonalità macabra, riescono a esprimersi soltanto pochissime band del calibro dei
Satanic Warmaster, giusto per intendersi.
"Strigae" è un'opera da ascoltare rigorosamente immersi nel silenzio profondo della notte, stretti nella propria inquietudine, con postura quasi religiosa, mentre cielo e terra si tingono di nero e tutto appare capovolto.
Recensione a cura di
DiX88
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