I norvegesi
Cadaver si riaffacciano sul mercato discografico in questa primavera del 2025, a distanza di circa due anni dal buon
"The Age of the Offended" (
Nuclear Blast), con il loro settimo full-length,
"Hymns of Misanthropy", rilasciato tramite la
Listenable Records.
Abbandonato ormai quasi definitivamente il sentiero della brutalità, i norvegesi continuano a esplorare le partiture dissonanti introdotte con
"The Age of the Offended" venendo in questa sede condotte su un piano "superiore": nella direzione di lidi Avantgarde che profilano una musica caratterizzata da alcune somiglianze con proposte sullo stile dei
Cynic, a cui si aggiunge l'influsso di realtà Black come
Krallice e, soprattutto,
Ved Buens Ende (non a caso
Aggressor a suo tempo ha militato anche nei Cadaver).
Un cambiamento stilistico che a mio avviso non risulta pienamente riuscito. Innanzitutto perché i motivi ripetuti e dal retrogusto jazzistico finiscono per stancare un po', ed inoltre poiché possiedono realmente ben poco di originale, risultando soluzioni già ampiamente sperimentate dai nomi da noi citati, e non solo.
Gli episodi più azzeccati risultano essere quelli dove i tre deathsters decidono di premere sull'acceleratore, mostrando la loro classica miscela bastarda di Death metal dal taglio Thrash con qualche accenno di sfuriata Brutal/Grind. Purtroppo però questi frangenti sono ridotti al lumicino… e si è costretti ad accontentarsi di un insieme di sperimentalismi privi di mordente, che poco hanno a che vedere con il vero metal estremo.
Recensione a cura di
DiX88
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