Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:non disponibile
Etichetta:Icons Creating Evil Art

Tracklist

  1. EVERYTHING/NOTHING
  2. BIPOLAROIDS
  3. KILLING TIME
  4. RUNNING ON EMPTY
  5. HELSINKI INTERSECTION MINDFUCK
  6. SAPIENS
  7. ANGELO
  8. PICKUP ARTIST
  9. THE BURDEN
  10. THE END

Line up

  • Marco Luponero: vocals, bass
  • Jim Heikkinen: guitar
  • Simon Grundvall: drums

Voto medio utenti

Solo grazie a questo nuovo progetto ho scoperto che Luponero non è solo un nome evocativo ed in un certo senso affascinante, dato che provengono dalla Finlandia, ma è proprio il vero cognome di Marco Luponero, di padre italiano e mamma nordica, anima, chitarra e voce perlappunto dei Luponero.

Già con un passato nei Terrorwheel ed Altaria, il buon Marco si è messo di buon accordo con Jim Heikkinen (chitarre) e Simon Grundvall (batteria) dando vita ad un power trio di inesauribile vivacità e molteplici sfaccettature all'interno della dimensione dell'hard rock, passando con disinvoltura da ambientazioni più pop e dark (Billy Idol, Smashing Pumpkins) ad altre molto più grintose e "punk" (Motorhead, Turbonegro) con anche divagazioni quasi ambient, con la bellissima ed ottantiana "Running On Empty", così come "Sapiens" dove l'ombra dei The Cure si affaccia sorniona.

Sembra una dicotomia, eppure il rock dei Luponero è ammantato di oscurità, di sensazioni negative, di malinconia, non è la solita "beer, women & drugs" attitude, anzi sono parecchi i momenti in cui si percepisce chiaramente un certo disagio (vedi l'acida "Helsinki Intersection Mindfuck"), che culmina anche nei testi, come nella lenta "Angelo", dedicata al padre di Marco, emozionante sin dai primi secondi con una voce che tutti noi potremmo riascoltare nella nostra memoria.

Un disco composto da dieci brani, ognuno diverso dal precedente, tutti comunque interessanti, ben suonati ed interpretati con personalità dal terzetto finlandese: qualcuno magari potrà trovare questo "Luponero" sin troppo eclettico, d'altra parte non è minimamente presente il rischio di annoiarsi.

Belli i suoni, carichi, corposi, spessi, come il valore e l'identità di questo bel disco.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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