C’è chi considera
Jan Zehrfeld uno spaccone esibizionista e chi, come il sottoscritto, ammira sinceramente un musicista talentuoso e un po’ folle che più di vent’anni fa ha fondato i
Panzerballett (e con i quali ha pubblicato il meraviglioso disco natalizio
“X-Mas Death Jazz”).
Il nuovo
“Übercode Œuvre” - impronunciabile già dal titolo - ha dalla sua ospiti eccellenti del calibro di
Marco Minnemann e
Virgil Donati, ma è “estremo” oltre ogni limite. Sembrava impossibile rendere
“Bleed” dei Meshuggah o
“Alien Hip Hop” del sopraccitato Donati ancora più cervellotiche, eppure la creatività del chitarrista tedesco risulta davvero sconfinata.
Se
“Seven Steps To Hell” e
“Andromeda” rievocano degli Henry Cow sotto steroidi,
“Pick Up The Pieces” e
“The Devil’s Staircase” provano a riportare la musica su binari più propriamente progressivi, non senza livelli di ansia pazzeschi, evidenti anche negli ottimi riarrangiamenti dei classici
“Summer” e
“Ode To Joy”, che probabilmente avrebbero apprezzato gli stessi Vivaldi e Beethoven.
Per me è sì.
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