T.E.T.R.U.S. è il nome del
“mostro dai toni apparentemente apocalittici, dispensatore di odio e distruzione” che compare sulla copertina del disco d’esordio di
Phil Selvini & The Mind Warp, una sorta di Tarkus di memoria emersoniana calato nella realtà contemporanea.
L’introduttiva
“To Make Ends Meet” mette a sistema lo Steven Wilson di
“Grace For Drowning” e i King Crimson degli anni Ottanta, un mix convincente che si apprezza ancora di più grazie alla produzione non eccessivamente patinata caratteristica di molte uscite recenti.
“Reverie” rievoca
“The Cinema Show” per arrangiamento e dinamiche, ma i Genesis ritornano anche nella successiva e
hauntologica “Riding In The Fog”, dall’evoluzione ruvida e inaspettata.
L’inquietudine romantica dei Radiohead di
“The Last 48 Hours” sfocia nell’epica
“The Mind Warp”, vero e proprio tour de force di atmosfere che spaziano dal prog italiano più muscolare (Balletto Di Bronzo, Biglietto Per L’Inferno, The Trip) al cantautorato anni Novanta di Jeff Buckley, dai sopraccitati King Crimson degli esordi alla musica cosmica berlinese infarcita di Mellotron.
Sorprendentemente equilibrato.
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