Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:33 min.
Etichetta:Dusktone
Distribuzione:Dusktone

Tracklist

  1. 227
  2. SATURNO
  3. ARMIR
  4. RODINA
  5. DON
  6. VARIAG

Line up

  • Haiwas: all instruments
  • Rimmon: Vocals

Voto medio utenti

I bergamaschi Voland, ormai attivi dal lontano 2007, riescono finalmente – dopo una serie di EP e altre uscite minori – a dare alla luce il loro primo full-length: "The Grieving Fields", rilasciato a fine aprile 2025 sotto l’egida della sempre valida Dusktone.

L’album segna un traguardo importante per questo progetto italo-multiculturale che, sin dagli esordi, si è distinto per l’attenzione alla Storia e alle vicende umane, viste attraverso una lente emotiva e spesso tragica. Come suggerisce il nome stesso della band – preso in prestito dal personaggio di Woland ne "Il Maestro e Margherita" di Bulgakov – i Voland non rinunciano a un impianto concettuale che fonde narrazione, riflessione e mitografia, con un forte impatto simbolico. "The Grieving Fields" si concentra su eventi bellici (tra cui spiccano l’Operazione Piccolo Saturno narrata in “Saturno” e la tragedia del "Don"), ma lo fa non tanto per glorificare quanto per rievocare, interrogare, commemorare.

Chi si aspetta un disco Black metal in senso stretto potrebbe rimanere spiazzato. "The Grieving Fields" è infatti un lavoro che si muove più nel territorio del Folk/Epic metal sinfonico, con robuste venature Black/Death ma anche frequenti aperture melodiche e orchestrali (Dark Lunacy e Rotting Christ potrebbero offrire punti di riferimento). Personalmente, essendo più avvezzo ai territori del metal estremo, non mi sento forse il recensore ideale per questo tipo di proposta – ma spesso, si sa, non si può prevedere quale disco ci troveremo ad analizzare.

Ciò detto, "The Grieving Fields" è senza dubbio un lavoro ben costruito, dalla produzione moderna e curata. Le parti più pesanti, dominate da un growl efficace che talvolta sfocia in territori Death, risultano solide e ben incastrate nel contesto. I momenti più melodici, con voci pulite e arrangiamenti sinfonici, tendono invece a essere meno convincenti in alcuni passaggi, sfiorando a tratti lo stereotipo. Tuttavia, nell’estetica Epic questo può essere anche una scelta coerente, e in più di un brano (penso ad esempio a “Don” o “277”) riescono a centrare l’obiettivo con equilibrio e pathos.

Nel complesso, si tratta di un disco ben pensato e arrangiato con intelligenza, che alterna momenti di impatto emotivo a passaggi più evocativi, senza mai perdere coerenza. Forse, in alcuni tratti, il tono elegiaco rischia di diventare un po’ stucchevole, ma l’intenzione è chiara e sostenuta da una struttura solida.
Per quanto mi riguarda, scelgo consapevolmente di non entrare nel merito delle ideologie che il disco può evocare o sfiorare; mi limito alla musica, e chi conosce il contesto delle mie attività, e la mia Weltanschauung, sa bene il perché.

"The Grieving Fields" non sarà un LP per tutti, ma è sicuramente un lavoro onesto, ambizioso, e in più punti emotivamente coinvolgente. Un buon esordio sulla lunga distanza per un progetto che merita attenzione.

Recensione a cura di DiX88

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