Il 30 maggio 2025, gli svedesi
Caregah pubblicheranno ufficialmente il loro album di debutto
"Osmium" attraverso la loro nuova etichetta discografica
ROAR.
Finora l’album era stato auto-prodotto, e rilasciato in via indipendente nel 2023, ad oggi invece viene ripubblicato con l'aggiunta del loro EP del medesimo anno:
"Forsaken EP".
Con
"Osmium", i
Caregah ci consegnano un lavoro che si muove con sicurezza nell’ambito dell’Heavy metal più muscolare, fortemente venato di groove. Le chitarre sono robuste, il sound è massiccio e granitico, e la produzione – moderna ma mai artefatta – esalta al meglio le peculiarità di un songwriting diretto, ma non banale.
I brani si snodano su strutture piuttosto lineari, benché non prive di articolazione: non sono assenti breakdown decisi, stacchi aggressivi, momenti rallentati e aperture melodiche capaci di sorprendere. È proprio questo equilibrio tra impatto frontale e ricerca dinamica a rendere
"Osmium" un lavoro credibile e solido.
In alcuni episodi si fa largo un'anima più accessibile, quasi radiofonica, che sfocia perfino in semi-ballad dall’impronta evocativa. In queste parentesi emerge chiaramente l’influenza dei
Black Label Society – tanto nelle parti più robuste quanto nelle sezioni più atmosferiche – e affiorano altri echi Southern sludge alla
Texas Hippie Coalition, soprattutto nei passaggi più grezzi, Rock-oriented e “facili all’ascolto”. Allo stesso tempo, i momenti più ruvidi richiamano alla mente i
Down e gli
Hellyeah, con cui i
Caregah condividono quella tensione tra pesantezza, groove, armonia e spirito bellicoso.
Non mancano, infine, dinamiche più spinte che flirtano col Thrash groove, in stile
Pantera, confermando una sensibilità compositiva che si nutre di diverse tradizioni metalliche, amalgamate in una sintesi coerente e personale.
"Osmium" è, in ultima istanza, un disco che funziona perché capace di mescolare con mestiere potenza, accessibilità, e melodie calde in una struttura di insieme piuttosto organica. Un esordio convincente che colloca i
Caregah in una posizione già matura all’interno del panorama Heavy-groove europeo, e che lascia ben sperare per il futuro.
Recensione a cura di
DiX88
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