Won - La nebbia dell'antica religione (EP)

Copertina 8

Info

Past
Genere:Black Metal
Anno di uscita:2009
Durata:23 min.
Etichetta:Algiz Art Productions
Distribuzione:Algiz Art Productions

Tracklist

  1. THE FOREST OF BLOOD AND HATE
  2. L'AQUILA
  3. VENTI DI GUERRA
  4. L'UMANO SUICIDIO(ISTIGAZIONE)

Line up

  • Untergang MG42 Winter's Whitewolf: Vocals
  • Tombstone: Drums
  • Nifelheim: Guitars
  • Nihil: Guitars

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I Won nascono nel 2006 a Roma dalle ceneri dei Wings of Nowhere. Nel 2009 rilasciano l’EP "La nebbia dell’antica religione" tramite la Algiz Art Production, limitata a 500 copie. La formazione di questo EP prevede Winter's Whitewolf alla voce, Nihil e Nifelheim alle chitarre, e Tombstone alla batteria.

"La nebbia dell'antica religione" rappresenta il capitolo più duro e diretto della band: il vero atto iniziatico di una visione artistica ferina e sacrale. Qui esplode un Black metal feroce, iconoclasta, figlio del nichilismo scandinavo ma già orientato verso una verticalità interiore. La furia sonora — che ricorda i primi Darkthrone, Immortal e qualcosa di Burzum — non è fine a sé stessa: è attraversata da una tensione verso l’alto, verso una dimensione del Sacro perduta, la quale di frequente sfocia in vibrazioni epiche, battagliere e nostalgiche, dove il respiro dei Bathory innalza la musica dei romani a un livello di coinvolgimento superiore.

Brani come "L’Aquila" lasciano intuire una volontà di riconnessione con l’antica religione di Roma, forse richiamata già dal titolo stesso. Una spiritualità solare e imperiale dai tratti pagani, dove la trascendenza si incarnava nelle istituzioni, nell’auctoritas del Senato, nell’imperium del generale e nella potestas del pater familias — gerarchie sacre riflesse poi nella figura unificante dell’imperatore. Un ordine gerarchico, aristocratico, diametralmente opposto alla dissoluzione moderna.

Tornando al profilo musicale, come già affermato l’EP affonda le radici nella fiamma scandinava in generale, e in particolar modo in quella norvegese delle origini; tuttavia si avvertono affinità anche con realtà tradizionaliste italiane come gli Spite Extreme Wing, e con l’attitudine minimale e distruttiva di Nargaroth (progetto anch'esso contraddistinto da una Weltanschauung conservatrice), specie nel sound raw e privo di compromessi.

Un'opera breve, cruda e intensa, consigliata a chi cerca un forma di espressione Nera che non rinneghi la violenza — anzi, qui dentro ne scorre a fiumi — bensì la orienti verso un ritorno alle purezze dell'Essere, e a una visione della vita contraddistinta da una spiritualità eroica e guerriera. Ritorno che potrà avvenire solo dopo un duro scontro metafisico con le forze della sovversione dei valori… Cavalcando con impeto i "Venti di Guerra": una chiamata alle armi a cui in pochi saranno in grado di rispondere.

"Io sono il sangue
io sono l'odio
io sono la foresta"


This Is Black Fucking Metal

Recensione a cura di James Curzi

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