Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:42 min.
Etichetta:Gruesome Records

Tracklist

  1. ALL BECOMES NONE
  2. LET THEIR BLOOD COLOUR OUR SWORDS
  3. DOWNFALL
  4. OVERTURE OF DEMISE
  5. FOR THE DAWN
  6. ENSLAVE AND DOMINATE
  7. VOID
  8. UNTIL OBEDIENCE
  9. WHERE ICONS TURN TO DUST
  10. AT THE PYRES OF SIN

Line up

  • Martin Latvala: drums, vocals (backing)
  • Toni Siira: guitars (lead), vocals (backing)
  • Jesper Karvola: guitars (rhythm)
  • Oannes Hagby: vocals

Voto medio utenti

L’esordio discografico degli svedesi For The Pyres, provenienti da Borås, è un devastante assalto sonoro, figlio di bands gloriose e immortali, appartenenti alla leggendaria tradizione death scandinava, che tuttora, vanta (a ragion veduta) frotte di nostalgici, anche tra i metallari di ultima generazione (forse c’è ancora speranza per il futuro...).
At The Pyres Of Sin, uscito per Gruesome Records è un lavoro contraddistinto da due anime speculari ma, tra loro, complementari: da una parte, un’irrefrenabile (e seducente) brutalità ma, dall’altro lato, nonostante un'innata irruenza, le composizioni riescono sorprendentemente a conservare la loro vena melodica risultando, per assurdo, intime e, più che mai, efficaci.
La maggior parte delle tracce, ha una durata piuttosto contenuta (3 minuti di media), all’interno della quale, viene concentrata l’enorme furia distruttiva che anima la band e che esplode, in maniera incontrollata, durante brani, a dir poco, incendiari, quali il trittico Let Their Blood Color Our Swords-Downfall-Overture Of Demise, oppure nella fulminea Enslave and Dominate.
Eppure, in un paio di circostanze, come in Void, o nella conclusiva title-track, i For The Pyres si avventurano in composizioni più complesse, dalla struttura articolata, dimostrando di sapersela cavare egregiamente anche in questi casi, mettendo quindi in mostra delle doti di scrittura, oltre che esecutive, di tutto rispetto.
Se il comparto ritmico, affidato al drummer Martin Lavtala, pesta senza pietà e il growl cavernoso di Oannes Hagby gli fa eco, aumentando la cattiveria del disco, le chitarre di Toni Siira e Jesper Karvola, pur risultando corpose e aggressive, riescono comunque abilmente a mantenere sempre quel filo di musicalità necessario, per impedire al sound, di risultare eccessivamente monolitico, offrendo cosi, spunti interessanti e soluzioni compositive alternative, che rendono At The Pyres Of Sin un disco incisivo e convincente.
Insomma, un debutto che lascia ben sperare, per una band totalmente esordiente che, non potendo giocoforza contare sull’esperienza, decide saggiamente di puntare sul proprio DNA, fatto di chitarre ribassate, suoni velenosi, ferocia e growl profondo mai fini a se stessi, ma inseriti all’interno di un contesto, che riesce sempre a mantenere la propria identità musicale.


Recensione a cura di Ettore Familiari

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