Questo è il nuovo album degli svedesi ma senza una delle sue menti creatrici e fondative, perché come saprete bene,
Anders Nyström è stato estromesso con tutto quello che ne consegue e che non mi va di affrontare perché questa è una recensione, il gossip lo lascio fuori.
C’è da dire che qui la formazione ha accolto un nuovo chitarrista ovvero
Sebastian Svalland ex
In Mourning ed una nostra vecchia conoscenza come
Nico Elgstrand il cui curriculum parla da solo; dopo sta spatafiata vorreste sapere se è un bel disco nonostante tutto.
Il disco non è male, rispetto al precedente, è meno prog anche se lo stile è comunque presente e recupera un po' di pesantezza nelle chitarre, ma la malinconia emotiva ed emozionale rimane la costante.
Un brano che mi ha colpito è “
Wind of no change”, un mid tempo dove la voce di
Renske è uno strumento in più nel donare quel sapore chiaroscuro soprattutto nel chorus, per certi versi sembra recuperare il doom e le tastiere sono percettibili ma non predominanti.
Altro bellissimo brano è “
Departure trails”, qui il progressive si percepisce ma con un sapore tipico che gli svedesi danno alla loro musica; gli strumenti sono puliti, come le orchestrazioni, il solo è breve ma ben fatto.
“
Efter solen” sembra una ballad melanconica, adatta nelle giornate autunnali dove le tastiere sono l’ossatura e la base ritmica è totalmente elettronica, non male, certo, qualcuno rimarrà esterrefatto ma è giusto che la formazione batta sentieri inesplorati fin ora.
Buon ritorno che non ha avuto scossoni nonostante la mancanza di un membro fondatore, ma forse perché è da un po' che tutta la composizione era sulle spalle di
Renske, detto ciò, va preso, ascoltato molto bene e assaporato lentamente.
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