Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:non disponibile
Etichetta:Relapse Records
Distribuzione:Relapse Records

Tracklist

  1. ISOLATION
  2. RED, WAITING
  3. BETWEEN DENS AND RUINS
  4. THE SUMMONING BELL
  5. THE ONSET OF THE DEATH OF MAN
  6. ERODED INTO SUPERSTITION
  7. AMONGST THE SWARMS OF VERMIN
  8. IN CHAOS, EXULT

Line up

  • JK: Drums
  • MB: Guitars, Vocals
  • TMK: Guitars (2019-present)
  • FB: Bass (2023-present)

Voto medio utenti

Con “The Summoning Bell” (Relapse Records), i Malthusian si inseriscono appieno in quella tendenza che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede: un death metal gelido, distaccato, capace di evocare atmosfere rarefatte e asfissianti. È la stessa traiettoria che vede come punti di riferimento formazioni quali Dead Congregation, Cruciamentum, i primissimi Sulphur Aeon e gli Spectral Voice — ma si possono citare anche Grave Miasma o Triumvir Foul come tappe importanti di questo percorso; mentre su lidi ben più estremi, veri e propri precursori, abbiamo Ulcerate e Portal.

Pur accogliendo questa corrente di death metal obliquo e rituale, i Malthusian non rinunciano a un saldo legame con la tradizione old school di matrice americana: echi di Obituary, Incantation e Autopsy si intrecciano a un certo groove fangoso à la Bolt Thrower, dando forma a brani che si muovono per lo più su mid-tempo cadenzati e corposi, intervallati da sporadiche accelerazioni. Le partiture doom emergono di frequente, aggiungendo spessore a un sound baritonale ma ancora intelligibile, senza mai scivolare nel brutal puro.

Il risultato è un disco che, pur non esprimendo niente di davvero nuovo, si regge su basi stilistiche solide e convincenti. La scrittura è compatta, la struttura delle tracce ben bilanciata: un viaggio claustrofobico e angosciante, in cui domina una sensazione di estraneità e distacco, trasmessa tanto dall’impostazione spettrale delle atmosfere quanto dall’eredità di un death metal che guarda alla fine degli anni ’80 e alla prima metà dei ’90 come radice viva, mai del tutto rinnegata.

“The Summoning Bell” conferma così i Malthusian come interpreti credibili di questa deriva esoterica del death metal contemporaneo: un album che non sorprende, e che al contempo ha ben chiaro dove andare e come restarci, con coerenza, pesantezza e un senso di cataclisma imminente che si sposa bene ai tempi bui che stiamo vivendo.

Recensione a cura di James Curzi

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