Ramonda - The Walls Are Crumbling Down

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:45 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. UNDER THE MOONLIGHT
  2. THE WALLS ARE CRUMBLING DOWN
  3. DON’T LOOK FOR LOVE
  4. FIGHT FIRE WITH FIRE
  5. BLUE HEART OF STONE
  6. WITHOUT LOVE
  7. HIGH VOLTAGE HEARTS
  8. GONE
  9. BAD GIRL
  10. THE ONE TO BLAME
  11. WORLD’S GONE CRAZY

Line up

  • Santiago Ramonda: vocals
  • Suraz Sun: guitars
  • Silvia Pistolesi: bass
  • Alessandro Del Vecchio: keyboards, additional guitars
  • Nicholas Papapicco: drums

Voto medio utenti

Che Santiago Ramonda non fosse un cantante “qualsiasi”, lo si era certamente già capito ai tempi del debutto degli Stormwarning.
Decidere, però, di concedergli una chance da “solista” indica che la Frontiers Music ha un’enorme fiducia nelle possibilità del singer argentino, tanto poi da affiancarlo ad un team musicale di comprovata abilità e talento, da cui spicca la figura di Suraz Sun, funambolico chitarrista dei Girish And The Chronicles.
E allora non rimane che accertare se tanto credito è stato ben riposto, e allo scopo, posso anticipare, ancor prima di dilungarmi nelle motivazioni, che l’esito della verifica è risultato ampiamente positivo.
Una valutazione propizia indirizzata a chi ama ascoltare belle voci alle prese con una collezione di canzoni al confine tra hard-rock e AOR, ben congegnate e egregiamente eseguite.
In pratica quello che avevo già rilevato (e scritto) ai tempi di “Stormwarning” e sebbene la cosa non sorprenda più di tanto, rimane un piccolo dubbio sul futuro “collettivo” dei suoi artefici.
Ciò detto, arriviamo a “The walls are crumbling down”, un disco che si permette di esordire con un clima drammatico d’ispirazione Queensryche-esca, capace di trasformarsi ben presto in un brillante omaggio alla tipica fusione tra metallo e “classe” ingegnata dai sultani del genere Dokken.
Insomma, “Under the moonlight”, con Sun in preda ad un benefico fenomeno di “possessione” Lynch-iana, è davvero un modo appassionante di dare l’avvio ad un’opera che prosegue con l’ammaliante grinta melodica della title-track e con la successiva “Don’t look or love” esibisce un avvolgente mood espressivo di marca Whitesnake.
Suggestione ispirativa che ritroviamo declinata pure nell’ottima “Blue heart of stone”, e mentre “Fight fire with fire” e "High voltage hearts” sono gradevoli momenti di dinamismo hard-rock, “Without love” e, soprattutto, le scintillanti "Gone” e “Bad girl” chiariscono perché Santiago è stato a suo tempo selezionato per partecipare al tributo del Maestro Michael Bolton (“Steel bars”, con il pezzo “Save our love”).
L’ascolto di "The one to blame”, un altro AOR de-luxe di notevole efficacia, e della pulsante "World’s gone crazy” contribuiscono ulteriormente alla convinta promozione di “The walls are crumbling down”, un albo che conduce Ramonda nel novero dei pretendenti ai vertici della fonazione modulata e dell’hard melodico, magari di quelli non ancora del tutto pronti alla “oligarchia” di riferimento, ma di certo attrezzati per conquistarla, se le condizioni artistiche continueranno ad essere favorevoli, in tempi brevi.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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