Che
Santiago Ramonda non fosse un cantante “qualsiasi”, lo si era certamente già capito ai tempi del debutto degli Stormwarning.
Decidere, però, di concedergli una
chance da “solista” indica che la
Frontiers Music ha un’enorme fiducia nelle possibilità del
singer argentino, tanto poi da affiancarlo ad un
team musicale di comprovata abilità e talento, da cui spicca la figura di
Suraz Sun, funambolico chitarrista dei Girish And The Chronicles.
E allora non rimane che accertare se tanto credito è stato ben riposto, e allo scopo, posso anticipare, ancor prima di dilungarmi nelle motivazioni, che l’esito della verifica è risultato ampiamente positivo.
Una valutazione propizia indirizzata a chi ama ascoltare belle voci alle prese con una collezione di canzoni al confine tra
hard-rock e
AOR, ben congegnate e egregiamente eseguite.
In pratica quello che avevo già rilevato (e scritto) ai tempi di “
Stormwarning” e sebbene la cosa non sorprenda più di tanto, rimane un piccolo dubbio sul futuro “collettivo” dei suoi artefici.
Ciò detto, arriviamo a “
The walls are crumbling down”, un disco che si permette di esordire con un clima drammatico d’ispirazione Queensryche-
esca, capace di trasformarsi ben presto in un brillante omaggio alla tipica fusione tra
metallo e “classe” ingegnata dai sultani del genere Dokken.
Insomma, “
Under the moonlight”, con
Sun in preda ad un benefico fenomeno di “possessione”
Lynch-iana, è davvero un modo appassionante di dare l’avvio ad un’opera che prosegue con l’ammaliante grinta melodica della
title-track e con la successiva “
Don’t look or love” esibisce un avvolgente
mood espressivo di marca Whitesnake.
Suggestione ispirativa che ritroviamo declinata pure nell’ottima “
Blue heart of stone”, e mentre “
Fight fire with fire” e "
High voltage hearts” sono gradevoli momenti di dinamismo
hard-rock, “
Without love” e, soprattutto, le scintillanti "
Gone” e “
Bad girl” chiariscono perché
Santiago è stato a suo tempo selezionato per partecipare al tributo del
Maestro Michael Bolton (“
Steel bars”, con il pezzo “
Save our love”).
L’ascolto di "
The one to blame”, un altro
AOR de-luxe di notevole efficacia, e della pulsante "
World’s gone crazy” contribuiscono ulteriormente alla convinta promozione di “
The walls are crumbling down”, un albo che conduce
Ramonda nel novero dei pretendenti ai vertici della fonazione modulata e dell’
hard melodico, magari di quelli non ancora del tutto pronti alla “oligarchia” di riferimento, ma di certo attrezzati per conquistarla, se le condizioni artistiche continueranno ad essere favorevoli, in tempi brevi.
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