Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:50 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. ALL IT TAKES IS A MINUTE
  2. HOW MUCH LONGER IS FOREVER
  3. ONE MAN ALONE
  4. DANGEROUS
  5. I'M RUNNING HOME
  6. EVERYBODY'S WATCHING
  7. NO SURPRISE
  8. THE SKY IS FALLING
  9. THE DEVIL'S DANCE
  10. WHO DO YOU THINK YOU ARE
  11. CRASH THE MIRROR

Line up

  • Freddy Curci: vocals, drums, bass, guitar, piano, organ
  • Joey Scoleri, Jason Hook: guitars
  • Paul Marangoni, Joey Greco: drums
  • Ken Malandrino, Jason Hook: bass
  • Ross Greene: organ

Voto medio utenti

Alla fine probabilmente doveva accadere e in qualche modo il fatto che sia successo è una sorta di “liberazione”. Di cosa sto parlando? Di dover dissertare di un disco targato Frontiers non valutabile in maniera entusiastica o perlomeno assai positiva.
Ovviamente sto scherzando e questo è forse un modo per dissimulare la delusione patita durante l’ascolto di questo disco omonimo degli Zion, il nuovo progetto di una delle voci fondamentali del rock melodico: Freddy Curci.
Come in una congiunzione astrale nefasta, quasi nulla funziona in questo album, a cominciare dalla produzione assolutamente deficitaria, sconcertante per l’anno 2006 (ho ascoltato demos di gruppi molto meno illustri suonare di gran lunga meglio di “Zion”) e da indicare come il primo imputato di tal esito negativo, ma pure le canzoni, nonostante la collaborazione con songwriters del calibro di Jeff Paris, Steve DeMarchi e Rob Marlette, non riescono a fare la differenza e anche quando le potenzialità sono piuttosto evidenti c’è sempre qualche intoppo, qualche evoluzione armonica imperfetta che ne limita il decollo.
Non resta che la voce dell’ex Sheriff e Alias come elemento in cui riporre le nostre speranze di “vecchi” appassionati di AOR e qui il discorso si fa leggermente più complesso: la timbrica di Curci non ha fortunatamente perso la sua capacità di emozionare e anche se soffocata da un suono talvolta davvero abbastanza “imbarazzante”, tale dote riesce ad emergere in maniera sostanziale, tuttavia anche qui c’è qualcosa che non va, la laringe di Freddy non appare in smaglianti condizioni di forma, così come le architetture corali e le fusioni vocali, così importanti per il genere, appaiono talora stranamente approssimative e comunque praticamente mai (con)vincenti come si dovrebbe.
In siffatta situazione le cose migliori si possono ascoltare in “All it takes is a minute” (con un chorus impreciso che stride all’interno di una costruzione piuttosto attraente), in “How much longer is forever”, nella grintosa “Dangerous”, nella soffice “I’m running home”, nella gradevole melodia di “The sky is falling” e nel clima crepuscolare di “Who do you think you are” e “Crash the mirror”, brani tutto sommato discreti che però sono piuttosto lontani dal poter essere definiti momenti memorabili.
La statura artistica di un grande come Mr. Curci e l’autorevolezza di un’etichetta che ha saputo risollevare le sorti del settore con una competenza in grado di garantire uno standard di produzione elevatissimo, restano intatte e non vengono scalfite da questo che è da considerare presumibilmente come un incidente di percorso, ma è chiaro che un pizzico d’amarezza per quello che avrebbe potuto essere e invece non è stato permane in maniera piuttosto insistente, tenuto conto delle notevoli aspettative nutrite nei confronti di questi Zion.
Non ci rimane che attendere un pronto riscatto collettivo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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