Fondati nel Settembre 1986 dal chitarrista cantante Larry Sapp, che poi per ironia della sorte non suonerà su NESSUN disco dei Brutality, e dal bassista Jeff Acres, i Brutality si segnalarano agli inizi degli anni '90 come uno dei gruppi più freschi ed interessanti del panorama death metal coevo, tanto che la critica gli riservò valutazioni più che positive che portarono la band di Tampa, Florida, ad una certa rilevanza prima che il death metal entrasse in piena crisi e la band si sciogliesse per mancanza di interesse ma con alle spalle tre dischi uno più valido dell'altro, con una carriera che non aveva ancora conosciuto un passo falso.
Grazie alla già presente ed attentissima Nuclear Blast, i Brutality arrivano all'agognato debutto discografico nell'estate 1993 (anche se il disco comincerà ad essere reperibile solo nel tardo autunno...) con una formazione largamente rivoluzionata rispetto a quella che, durante gli anni di gavetta, aveva dato alle stampe una miriade di demotapes che, attraverso il tape-trading, aveva già sparso ampiamente il nome dei Brutality nel sottobosco dell'underground e che appunto gli era valso il contratto mondiale con l'etichetta tedesca di Donzdorf.
Infatti a parte il fondatore Acres, la line up dei Brutality cambia decine di volte ed addirittura il bravissimo chitarrista Jay Fernandez e l'indemoniato vocalist Scott Reigel entrano nella band a canzoni già scritte e a poche settimane dall'ingresso in studio: il risultato sarà tanto insperato quando eccezionale.
Infatti "Screams of Anguish", questo il nome del debutto del quintetto floridiano, si rivela in tutta la sua novità e violenza grazie all'elevatissimo tasso tecnico dei componenti che permette un'architettura dei brani non ferma ai canoni elementari del genere ma piuttosto avanzata ed articolata, pur mantenendo sempre ben in primo piano l'esigenza di ogni band death metal che si rispetti, ovvero l'impatto! E l'impatto certo non manca a Reigel e compagni che nei 45 minuti a loro disposizione sciorinano tutto il loro know-how con brani al fulmicotone ed oltremodo aggressivi che si miscelano a perfezione con momenti più cadenzati in cui Scott Reigel esprime tutta la propria potenza vocale, accompagnato dagli ottimi assoli apocalittici e funerei della coppia Gates/Fernandez, prima che l'inferno esploda nuovamente in feroci blast beats in cui i Brutality hanno sempre dimostrato di essere maestri (come vedremo poi ampiamente nel successore "When the Sky Turns Black", estremo esempio di tutto ciò).
Altra peculiarità del disco è quello di essere intramezzato da episodi strumentali davvero azzeccati come ad esempio "Sympathy" o "Cryptorium" che spezzano davvero in maniera ottima la tensione del disco che riparte subito dopo con autentiche sfuriate come l'opener "These Walls Shall Be Your Grave" o la favolosa "Cerimonial Unearthing" in cui si nota un uso sporadico ma azzecatissimo di synths che riescono a creare un'atmosfera sinistra e malevole sul quale si staglia granitica la proposta musicale dei Brutality.
Un gruppo purtroppo falcidiato dai continui cambi di line up (appena dopo la registrazione del disco sarà Fernandez a farne le spese e dopo qualche mese anche Gates ed altri due chitarristi saranno cacciati, tanto per non perdere l'abitudine di cambiare una formazione al mese come Malmsteen...) e dall'infelice decadenza del death metal avvenuta a metà degli anni '90 che altrimenti avrebbe potuto recitare un ruolo di primissimo piano all'interno del panorama death mondiale ma che ci ha comunque lasciato due autentici gioiellini come "Screams of Anguish" e "When The Sky Turns Black".
Attualmente i fondatori Larry Sapp e Jeff Acres, insieme a Coker, Reigel, Hipp e Gates stanno cercando di riformare la band, componendo nuovo materiale ma la mancanza di interesse da parte delle case discografiche sta minando la reunion dei Brutality, dei quali temo tristemente un nuovo sconfortante epilogo.
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