Con immaginari gotici tratteggiati da suoni e clean vocals che richiamano i migliori
The Cure, uniti alle classiche grammatiche ossessive e disperate in cui il dolore scorre sul filo del suicidio o dell’odio che cerca invano una rivalsa, o semplicemente uno sfogo ultimo, inutile e impotente, i
Nobody, con il nuovo
"No Light, No Life, No Salvation" – rilasciato a fine ottobre 2025 in via indipendente – affinano quanto già espresso nell’eccellente debutto
"Despair Is Where My Thoughts Swim" (2024).
I suoni risultano più curati rispetto all’esordio e la capacità compositiva ed esecutiva del gruppo appare decisamente più solida. I binari restano i medesimi: un DSBM estroso, denso di situazioni post e progressive, articolato in più suite che, pur concedendosi aperture ampie, resta saldamente inscritto nei perimetri della forma-canzone.
Una proposta che non cela i propri maestri di riferimento —
Silencer su tutti, ma anche
Lifelover,
Happy Days e
Ghost Bath.
Rispetto a
"Despair Is Where My Thoughts Swim", questo lavoro risulta forse leggermente meno emotivo e poetico, a favore di una sicurezza espressiva che conduce su lidi più gelidi ed estranianti, pur restando sostanzialmente in continuità con quanto fatto in precedenza. È un piacere ascoltare album così ben composti e realizzati, in cui si nota una maggiore attenzione anche alla fase di produzione. Ma ciò che più colpisce è il senso estetico del sublime che ammanta queste nove tracce nere: decadenti, mortifere, scolpite in una notte che non sopravvive a sé stessa, ma che porterà sempre con sé l’eco silenzioso dei raggi di luna posati sulla solitudine dei lupi.
"A prison made of flesh,
where sorrows echo all alone
Echo all alone, all alone...
Each scar, a map of battles fought
Each wound, a lesson"
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