Gli
Alligator in questo 2025 sono praticamente dimenticati da tutti o quasi… tra i pochi che si ricordano degli
Alligator e se li ricordano pure con un certo piacere visto l’investimenti economico messo in atto, sono sicuramente i ragazzi della
Punishment 18 che quest’anno hanno deciso di ristampare i loro primi due album.
Se con l’esordio del ’91 c’era tanta provincialità mista ad uno scopiazzamento senza arte né parte di act celebri e grandiosi, nel ’94 le cose si fanno decisamente diverse.
Dopo tre anni dal primo full, passati un po’ di concerti e chissà quante prove in studio, durante le sessioni di registrazione la band si mise realmente in gioco, distaccandosi in parte da certe influenze, facendo un sound molto meno calligrafico, molto coraggioso, andando a creare un songwriting molto più articolato e stratificato.
In effetti i pochi che parlano ancora oggi degli
Alligator, ne parlano proprio per questo “
Cerebral Implosion” considerato da quei cultori come un piccolo capolavoro del Thrash Metal italiano.
Un Thrash Metal molto articolato e particolare, che non si fa problemi ad inglobare pesanti influenze da parte del Death Metal meno intransigente, oltre a pennellare certi episodi con una patina Groove Metal che dà l’impatto che mancava in precedenza. Dimenticatevi le strutture basiche e le sonorità scolastiche di tre anni prima, qui si viaggia su ben altre coordinate, che per certi versi potrebbero ricordare le dissonanze dei
Voivod oltre che le strutture articolate dei
Coroner, non si copia più (male)
Metallica e
Sepultura, ma si va oltre, con la già citata influenza Groove Metal che dà un’ulteriore tocco di modernità e potenza al tutto.
Un capolavoro sfiorato: il sogno poi si concluderà due anni dopo con l’ancor più moderno (ma meno spericolato) “
Rules” che farà da prologo allo scioglimento del gruppo.
“
Cerebral Implosion” forse è esagerato definirlo un capolavoro anche per via di certe ingenuità (che al tempo stesso danno autenticità all’opera), ma è sicuramente una perla, un album che avrebbe meritato molta più fortuna e riconoscimento, oltre che a rappresentare un’ottima base di ripartenza per gli
Alligator che una loro dimensione l’avevano trovata. Ma la scena musicale dell’epoca fu spietata e impedì tutto questo.
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