Con "
Human Eclipse" i piemontesi
Urban Dream si affacciano sulla scena con un concept album ambizioso che tenta di intrecciare riflessioni esistenziali e distopie interiori attraverso un impianto sonoro che oscilla tra alternative metal, suggestioni industriali ed aperture più melodiche e atmosferiche.
L’intento narrativo è chiaro e interessante, il disco vuole raccontare una sorta di eclissi dell’umano, una perdita di identità nel caos tecnologico e relazionale del presente.
Forse un po' stereotipato, per qualcuno argomento già logoro, ma senza dubbio interessante: peccato che, a fronte di un’idea di fondo stimolante, la resa musicale non riesca ancora a sostenerne il peso.
La band mostra una certa versatilità stilistica, passando da momenti più abrasivi e sincopati che richiamano i Korn di metà carriera a passaggi più moderni e digitalizzati, vicini ad un certo metal venato di elettronica decisamente più contemporaneo. Tuttavia, questa varietà non si traduce in una coerenza strutturale: il songwriting appare acerbo, spesso privo di una direzione precisa, con brani che si sviluppano in modo stiracchiato e raramente lasciano il segno. Ci sono spunti interessanti, certo, ma restano frammenti isolati in un quadro che fatica a comporsi.
Perdipiù le chitarre, che dovrebbero fungere da spina dorsale del sound, risultano fin troppo defilate: manca quella presenza fisica, quel peso specifico che potrebbe dare corpo e impatto alle composizioni. In questo caso la produzione, seppur dignitosa, proprio non riesce a compensare questa carenza, ed anche le voci dovrebbero avere più corposità, specie quando vengono lasciate sole, senza chitarre, in cui appaiono solitarie e decisamente accantonate e poco "importanti", da segnalare invece - in positivo - la mancanza dell'onnipresente growl in alternanza alle clean vocals.
"
Human Eclipse" è quindi un primo passo che lascia intravedere potenzialità, ma che necessita di una maggiore messa a fuoco. Gli Urban Dream hanno idee e voglia di sperimentare ma devono ancora trovare la loro voce, affinare la scrittura e costruire un’identità sonora più solida.
In ogni caso da tenere d’occhio e da risentire quando il sogno sarà diventato visione.
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