Osannati da folle oceaniche di fan e lanciati a livello mediatico dalla nomination ai Grammy Awards per “One”, nel 1991 i four horseman tornano a far sentire la propria voce con quello che fin da subito diverrà il disco più controverso del metal.
Intitolato semplicemente “Metallica”, ma universalmente conosciuto come “Black Album”, questo lavoro rappresenta una svolta netta nel suono, ma anche e soprattutto nell’approccio al mercato, che la formazione decise di seguire.
Partita “Enter Sandman” è subito chiaro che di thrash metal non è rimasto nulla.
Se con “...And Justice For All” la band aveva finalmente raggiunto una maturità tecnico-compisitiva degna della propria fama, nelle 12 tracce che formano il “Black Album” ci si trova davanti ad una totale inversione di marcia, che prevede la drastica semplificazione dei riff portanti di ogni pezzo e delle parti di batteria, oltre ad un solismo chitarristico che nel 90% dei casi si affida alla distorsione. Il basso, invece, torna a farsi sentire, anche se è palese il ruolo di ultima ruota del carro affibbiato a Newsted, co-firmatario della sola “My Friend Of Misery”.
L’asso che i quattro di Frisco tirano fuori dalla manica per rendere il disco un successo planetario porta il nome di Bob Rock, personaggio che nell’89 si rese celebre per i suoni che realizzò in “Dr. Feelgood” dei Mötley Crüe.
Proprio grazie all’opera monumentale dietro il mixer che Rock fu in grado di sfoderare, il “Black Album” si può considerare come una specie di parente di “Dr. Feelgood” e quindi un perfetto spartiacque tra quello che era il metal e l’hard rock in quegli anni.
Questa caratteristica, unita alla risonanza che il nome Metallica aveva, agì da detonatore per un mercato che registrò un'autentica esplosione di vendite in favore della nuova creatura dei cavalieri.
La nota dolente in tutto questo è che a fronte di una patinatura eccezionale la sostanza del disco è di scarso livello. Spesso, infatti, si ha la sensazione che i suoni cristallini amplifichino il vuoto creativo che affligge un po’ tutto l’album, dove i guizzi positivi sono pochi e per giunta di breve durata (riff di “Enter Sandman” e “Sad But True”, solo di Hetfield in chiusura di “Nothing Else Matters”) eccezion fatta per “The Unforgiven” che risulta il brano meglio riuscito a livello complessivo.
In definitiva, se il “Black Album” ha rappresentato la consacrazione dei Metallica a livello di mercato e popolarità, ne ha sancito senza appello il declino artistico.