I Down nascono da una costola di Phil Anselmo, storica ugola degli altrettanto storici Pantera.
Già questo basterebbe a stimolare la curiosità di buona parte dei metal kids del globo, ma che succede se a completare la line up si aggiungono nomi del calibro di Pepper Keenan (Corrosion Of Conformity), Todd Strange e Jimmy Bower (Crowbar)?
Il risultato, signore e signori, sono i Down. Il loro disco d'esordio, Nola (sigla che nasce dall'abbreviazione di New Orleans e Los Angeles, luogo di provenienza dei quattro) è un amalgama di Black Sabbath, una spruzzata di sludge e , perchè no, anche un pizzico di stoner.
Ognuno dei membri apporta una componente della propria band di origine, andando a forgiare il suond dei Down: non è difficile scorgere echi dei Corrosion Of Conformity nel lavoro di chitarra di Keenan, come anche il drumming di Bower è di forte derivazione crowbariana, mentre Anselmo..beh, Anselmo è Anselmo, con il suo timbro inconfondibile che conferisce alle canzoni una carica ed un'energia incredibili. Il disco gioca su chitarre accordate in Do# che tessono riff dalla forte matrice bluesy, ma con un retrogusto marcio e putrescente tipico dei bordelli di New Orleans, creando un suono caldo ed avvolgente, ben accompagnato da una batteria che, pur non lasciandosi andare a virtuosismi, svolge il suo lavoro egregiamente.
Ma la parte del leone la fa senza dubbio Phil Anselmo, sfoderando una prestazione vocale delle sue, rabbiosa, coinvolgente, ma che sa bene adattarsi anche a canzoni dai toni più pacati, come nel caso di “Jail”, una sorta di “Planet Caravan” degli anni Novanta, dalle tinte psichedeliche e sognanti.
Le canzoni sono rocciose, granitiche, forti di una produzione di tutto rispetto e chiaramente delle doti compositive del quartetto. Sicuramente gli episodi salienti e migliori di questo Nola sono l'opener Temptation's Wings, Lifer, Rehab, Jail, Losing Hall, Hail The Leaf, Bury Me In Smoke e Swan Song, ma le altre tracce non sono da meno, mettendo in luce il potenziale compositivo della band.
Si tratterà anche di un side project, ma certo i Down non lo danno a vedere, sfornando un disco di qualità eccelsa e di una freschezza invidiabile e non lasciando nulla al caso.
Speriamo di vedere questi quattro sorozi borozi presto in Italia, perchè chi li ha visti al Gods Of Metal 2006 (come me) ha apprezzato molto la resa live della band, trascinata da un Anselmo instancabile.