Copertina 5,5

Info

Demo
Anno di uscita:2002
Durata:49 min.

Tracklist

  1. NORMALE FOLLIA
  2. SPECCHI DI PASSAGGIO
  3. LINEE DI TERRA
  4. SOTO E SOPRA
  5. POLVERE
  6. NELLE STANZE DELL'IGNORANZA
  7. AD OCCHI APERTI
  8. LE MASCHERE DEL RE
  9. IL GUARDIANO
  10. FOBIA DELLA VERGOGNA
  11. STRUMENTALE

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Non sono in possesso nè di una piccola biografia di accompagnamento nè di uno straccio di formazione (a meno che, non si tratti di una one man band, cosa che sospetto), ma una cosa è sicura: a Fabio Brustia piacciono, e parecchio, i Litfiba del periodo Pelù. E' questa difatti, la principale influenza che si ravvisa all'ascolto di questo cd, composto da ben undici tracce, di cui l'ultima strumentale. I Litfiba del periodo d'oro, quelli per intenderci compresi fra "El Diablo" e "Terremoto", quando vendevano carrettate di album ed erano il fiore all'occhiello del rock italiano. Ma i Brus non disdegnano nemmeno uno sguardo alle prime, oscure, produzioni del duo Renzulli-Pelù, scoperti, mentre insieme ai ben meno famosi, ma non per questo meno "cult" Diaframma, si dilettavano a rileggere materiale new wave d'oltremanica con accenti nostrani. Dopo questo breve excursus storico è ora di parlare dei Brus. Dopo numerosi ascolti ho rinvenuto come primo aspetto una certa staticità ritmica, cosa che non depone certo a favore della dinamicità dei brani. Molto spesso si fa fatica a distinguere una canzone dall'altra, fattore che viene accentuato dall'interpretazione di Fabio, sì molto sentita, ma anche spesso insistita su un tono aggressivo e trascinato, che come già detto ricorda il caratteristico cantato del Piero nazionale. Non mancano dei buoni spunti, soprattutto a livello chitarristico, dove emerge un discreto lavoro di riffing e ricerca solistica ("Fobia Della Vergogna", "Ad Occhi Aperti"), che sembrano aprire le porte al rock duro. Purtroppo, l'utilizzo dell'idioma madre smorza un pò gli effetti di cattiveria ed aggressività che traspaiono dagli intenti iniziali e dai testi, che ho trovato invece intriganti. Tutto sommato inutile poi, l'inserimento di una traccia strumentale che non aggiunge nulla di nuovo a quanto già detto, e sembra piuttosto la riproposizione di una delle dieci songs privata delle liriche. La parte migliore del demo è contenuta nelle prime quattro canzoni, sintesi della proposta musicale del gruppo, dopodichè comincia ad affiorare quella fastidiosa sensazione di dejà-vu che perdura sino alla fine del demo. Se la durata fosse stata più contenuta, probabilmente la valutazione sarebbe stata più positiva, ma tant'è...Qualcuno m'insegna che con i se e i ma non si fa la storia, per cui alla prossima Brus!

Contatti: Fabio Brustia: Cel. 347 0064212 - Casa. 0362 220649
Recensione a cura di Andrea 'Spider' Brunazzo

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