Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2025
Durata:52 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. PARADOX
  2. I WALK ALONE
  3. THE FALLEN WORLD
  4. SICILIAN DANZA
  5. GHOST MEMORIES
  6. EDEN AND ECLIPSE
  7. FROM STAR TO DUST
  8. REALITY
  9. KINGS IN THE SAND
  10. MORNINGS OF FEAR
  11. SON OF ILLUSION

Line up

  • Anthony Agnello: vocals
  • Loïc Manuello: guitars
  • Bruno Caprani: bass
  • Guillaume Morero: drums

Voto medio utenti

Quarto sigillo discografico per i francesi DarkTribe, provenienti da Nizza, intitolato Forgotten Reveries ed uscito per la nostrana Scarlet Records.

La band transalpina, la cui line-up, ad eccezione del nuovo batterista Guillaume Morero, è sempre rimasta la stessa, quindi costituita da Loïc Manuello (chitarra), Anthony Agnello (voce) e Bruno Caprani (basso), ci propone il solito miscuglio di prog e power, infarcito di opulenti trame melodiche e di sonorità moderne (soprattutto negli effetti delle tastiere che personalmente, digerisco a fatica, ma sarà sicuramente uno dei tanti limiti da "boomer", categoria alla quale appartengo).
Forgotten Reveries è un disco che, al primo impatto, può risultare anche gradevole ma, in realtà, si rivela pieno di luci e ombre.
Innanzitutto, a tratti, i DarkTribe sembrano fare eccessivamente il verso ad altre realtà maggiormente consolidate nel genere (pur senza averne il medesimo tasso tecnico-qualitativo), quali Seventh Wonder, i connazionali Spheric Universe Experience, o ancora Darkwater, Black Fate, Circus Maximus, con dei lievi richiami che possono scomodare addirittura i nostri Secret Sphere, o alcuni "mostri sacri", come ad esempio avviene in Ghost Memories, dove palesi sono le influenze degli Stratovarius più recenti.

A parte le suddette somiglianze, che ci possono anche stare, è proprio a livello di song-writing che qualcosa non convince del tutto.
Il difetto principale di questo lavoro, risiede nella sua spiccata musicalità che risulta troppo sfrontata ed esageratamente enfatizzata, quasi a voler paradossalmente nascondere un pericoloso vuoto compositivo-emotivo che lo rende, a conti fatti, non brutto, ma semplicemente innocuo e, per assurdo, freddo.
Qualche “sporcatura” verso una scrittura più aggressiva senza, con questo, oscurare le trame melodiche, come avviene, ad esempio, nell’ispirata Sicilian Danza (la traccia migliore del disco, insieme alla già citata Ghost Memories), avrebbe indubbiamente giovato, rendendo l’album più efficace.
A dire il vero, specialmente sul finale, dei timidi tentativi di andare verso una direzione più incisiva, ci sono (vedasi Kings In The Sand e Mornings Of Fear) ma, gira e rigira, i Nostri, anziché virare verso una convincente veemenza compositiva, commettono sempre i medesimi errori, finendo costantemente per perdersi nei meandri della melodica drammaticità a tutti i costi, che trova il suo culmine, nella fin troppo prevedibile e sdolcinata Eden And Eclipse o, in maniera minore, nella conclusiva e boriosa Son Of Illusion.
Peccato, perché i DarkTribe avrebbero tutte le potenzialità per poter concepire dischi di una qualità decisamente superiore a Forgotten Reveries che, da un lato, potrà piacere agli gli amanti delle sonorità dirette e di facile presa ma, nello stesso tempo, farà storcere il naso a coloro che preferiscono la sostanza e una maggiore varietà compositiva; per questi ultimi, si tratta di un album senza infamia e senza lode, che rimane sostanzialmente incompiuto.

Ma ormai, les jeux sons faits!

Recensione a cura di Ettore Familiari

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