Iniziamo subito con l’affermare che per me questo “
1998 live hits” è il DISCO (del cuore) del 2025.
E non potrebbe essere nulla di meno, dal momento che
Jimi Jamison e i Survivor sono tra i capisaldi della mia educazione musicale, di quelli che non si smette mai di magnificare tramite ascolti reiterati anche a distanza di anni.
Ciò detto, sarebbe ingeneroso e “iniquo” mettere a confronto tanta magnificenza radicata e “storica” con la scena contemporanea, fatalmente perdente in partenza e non solo per questioni squisitamente artistiche.
Ecco perché l’opera in questione non può concorrere con tanti altri eccellenti interpreti del
rock “adulto” emersi nell’anno in corso, parecchi dei quali “formatisi” proprio sulle note immortali contenute nell’albo.
E allora, dopo le necessarie “note di cronaca” con le quali informare il lettore che si tratta di materiale registrato negli Stati Uniti (Tennessee e Iowa), che la
backing band di
Jamison è quanto di meglio si possa trovare nell’ambito professionale di riferimento (con
curricula che comprendono Starship, Saga, Creed, Target, …) non rimane che immergersi, in un susseguirsi incessante di esaltazione e commozione, in questa autentica raccolta di veri “successi”, riprodotti in maniera superba e dinamica.
Le citazioni in questo caso dovrebbero essere realmente superflue, perché tutti gli appassionati del genere conoscono il valore eccelso di “
Vital signs”, “
When seconds count” e “
Too hot to sleep” e anche i meno avvezzi a questi suoni hanno un minimo di familiarità almeno con “
Burning heart” (“
Rocky IV”), “
I'm always here” (“
Baywatch”) e per il monumento “
Eye of the tiger” (“
Rocky III” … in origine cantata da
Dave Bickler e qui proposta in una versione davvero vigorosa), brani che hanno contribuito a rendere l’
AOR il genere più “cinematografico” degli
eighties.
Mi limiterò dunque a segnalare la presenza di alcune “chicche”: “
Rock hard” (un pulsante
hard-blues prelevato dalla pregevole carriera solista di
Jimi), “
Oceans” (una sottovalutata delizia sonora tratta da “
When seconds count”, raramente eseguita dal vivo) e la
cover di “
Riders on the storm” dei Doors (una “stravaganza” alquanto godibile e sorprendentemente credibile).
In conclusione, “
1998 live hits” è uno splendido modo per ricordare una delle voci più iconiche del settore, che purtroppo ci ha lasciato ormai nel lontano 2014 … un’assenza che fortunatamente è mitigata da un’eredità musicale straordinaria, capace di continuare ad ispirare tanti esponenti della fonazione modulata odierna e d’emozionare tutti gli estimatori della
Grande Musica.
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