Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:39 min.

Tracklist

  1. THE WILL I HAD
  2. U CAN'T STOP ME
  3. EVERYTIME
  4. DRITFAWAY
  5. FEELIN' NOTHIN'
  6. SERVED PERFECTLY
  7. MUSIC IN MY ECSTASY
  8. TAKE YOU THERE
  9. OUT OF CONTROL
  10. SHADOWS OF MYSELF
  11. DON'T LEAVE ME HERE
  12. BACK FROM ROUTINE

Line up

  • Jade: vocals
  • Nicotine Sam: guitar, synth
  • Fabian: bass, backing vocals

Voto medio utenti

Nei Banditz, la gestione del microfono è affidata ad un’avvenente front-woman, ma non suonano gothic, e questa è già di per sé una novità.
“Sensation seeker” è, infatti, un gradevole dischetto fatto essenzialmente di hard-rock cromato e heavy metal dalle connotazioni abbastanza “classiche”, eppure una certa minima contribuzione elettronica e un gusto armonico sempre piuttosto groovy e “moderno” (arrivando a sfiorare talvolta un’attitudine vagamente “nu”) lo rendono sicuramente sufficientemente attuale, tanto che si potrebbe, in qualche modo (e caso), quasi parlare di una versione meno trendy e commerciale (e forse pure un po’ più “incazzata”) dei teutonici Guano Apes.
Hard sanguigno, riff thrash-osi e una notevole forza d’urto si combinano con qualità nei trentanove minuti di musica contenuti in quest’autoproduzione (molto buona la registrazione!), che ratifica la competenza e il discreto estro del chitarrista Nicotine Sam e, soprattutto, rivela l’eccellente voce della singer Jade, piena, carismatica, grintosa e pure, all’occorrenza, intensa ed inquieta, il tramite espressivo perfetto, insomma, per chi, come dichiara la band nella sua bio, attraverso queste note vuole esprimere quel misto confuso e pensato di rabbia e malinconia che agita il proprio stato d’animo.
Come anticipato, il risultato è piacevole, si lascia ascoltare senza soverchie difficoltà e piace per l’ardore e l’impegno interpretativo che alimenta praticamente la totalità dei brani, ma quello su cui è ancora necessario lavorare un po’, almeno a mio modo di vedere, è la componente melodica, mai trascurata e tuttavia non sempre così ben congeniata da rendere “memorizzabili” e personali le canzoni, che, alla fine, soffrono un po’ d’anonimato e finiscono per assomigliarsi leggermente tra loro.
Difetti non insormontabili che ritengo potranno essere abbastanza agevolmente superati dai nostri Banditi, un altro gruppo dalle notevoli possibilità che merita di non essere perso di vista … da loro mi aspetto grosse sorprese.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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