Dominic Moon è una specie di genio della musica che con un paio di demo ha trovato un contratto con doppia licenza, Universal (!) in Giappone e Revolution Entertainment per il resto del globo…..ci pensate, solo con dei demo, neanche un lavoro autoprodotto….
Ecco dunque l’immancabile e.p. apripista con biografia acclusa, a celebrare le doti di questa ‘one-man band’ californiana, per cui Underground Moon appartiene, cito testualmente, “alla crema della crema del rock moderno”.
Parliamo dunque di questo successo inevitabile. L’effettivo appeal commerciale viene creato attraverso melodie facili ed eteree spruzzate di industrial, chitarre ed elettronica, mescolati in quantità diverse nei tre pezzi proposti non ottenendo risultati eclatanti se è vero che “Open circles” e “Unknown”, almeno per il sottoscritto sono filate via senza eccessivi rammarichi.
Più coraggioso invece “Shakti”, brano strumentale dal sapore orientaleggiante, un curioso esperimento di melodie mediorientali, tappeti tastieristici e chitarre distorte che nobilita nel complesso il mini-cd senza farne certamente un capolavoro.
Sarà meglio farsi una idea più esatta con l’eventuale disco “Underground Moon”, ma per favore un appello alle majors: smettetela di vendere chiunque spacciandolo come un genio, un po’ di onestà e che diavolo!!
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?