Copertina 7

Info

Anno di uscita:2002
Durata:46 min.
Etichetta:Ipecac
Distribuzione:WNB

Tracklist

  1. INTRO
  2. BLACK STOOGES
  3. DR.GEEK
  4. JUDAS CHANG
  5. FOOL
  6. BRAIN CENTER
  7. FOAMING
  8. ANTIVERMIN

Line up

Non disponibile

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Diciottesimo album per questi pazzoidi americani che prendono il nome di Melvins e che provengono da Aberdeen, Washington. I Melvins hanno sempre rappresentato per il sottoscritto una sorta di band strana, incatalogabile, che per alcune volte ho amato per la loro originale proposta musicale, ma che altre volte ho odiato, a causa delle sperimentazioni troppo estreme che hanno sempre accompagnato la loro visione distorta della musica. Questo ‘Hostile Ambient Takeover’, primo album del 2002 per gli americani (l’anno scorso le uscite per i Melvins sono state addirittura cinque!!), rappresenta un ottimo biglietto da visita da presentare a tutti i fans e non della band, e ci ricorda come Buzzo e compagnia bella siano amanti di un certo suono di derivazione psichedelica di stampo Seventies. Lasciando perdere il discorso sull’artwork e sul booklet, veramente indegni, e andando al sodo, posso dirvi che l’album è ottimamente prodotto e racchiude in se molta più melodia che in passato, supportata da un perfetto mix di intensità e derivazioni noisy, come celebrato in ‘Black Stooges’, reminiscenze punk come in ‘The Greek’; il tutto coadiuvato da un senso di sperimentazione sonora controllato, mai strabordante, come in ‘The Fool, The Meddling Idiot’ (song nella quale appare in veste di guest anche Adam Jones dei grandissimi Tool) e da atmosfere cupe e claustrofobiche, come nella conclusiva morbosa ‘The Anti – Vermin Seed’, una song dal mood visionario e simil tribale. Concludendo, tanto di cappello per questa band, forse mai esplosa come avrebbe meritato, che già all’epoca dell’esplosione del grunge influenzò band del calibro dei Nirvana, dei Soundgarden, dei Mudhoney e compagnia bella, che giunta al diciottesimo album non delude certamente i propri fedelissimi fans, riuscendo a cambiare pelle ed a mutare senza che questo venga visto come una sorta di tradimento…una band dallo spirito libero che fa quello che vuole, ma lo fa bene.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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