Copertina 5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:non disponibile
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRO
  2. KEY TO THE UNIVERSE
  3. NOW I UNDERSTAND
  4. DIVINE
  5. LITTLE BOY I MISS YOU
  6. I BELIEVE
  7. ARE YOU THE ONE?
  8. FATHER
  9. FRESH BLUE WATERS
  10. DEAR GOD
  11. IT’S XMAS MORNING
  12. HYMN TO LIFE

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Non ci siamo, non ci siamo proprio: molti hanno discusso sull’effettiva musica contenuta in questo cd, della serie “troppo poco metal, troppo pop, troppe ballad” e via su questi commenti che a seconda dei gusti di un recensore facevano elogiare o meno questo “Hymn to Life”. Bene, da fan sfegatato del buon Timo non ho alcun problema nello stroncare miseramente un disco davvero debole, moscio e melenso e badate bene, non perché sia quasi totalmente pop, ma proprio a causa di brani di qualità sanremese che al limite possono farvi non skippare il pezzo in questione ma che lasciano davvero il tempo che trovano. A parte l’iniziale “Key to the Universe” che alla fin fine si rivela carina più per la voce del super ospite Michael Kiske che la canta per intero (in modo divino peraltro), la buona “Divine” e pochi altri episodi come “I Believe” in cui sembra di ascoltare gli U2 dei poveri, “Hymn to Life” è di una piattezza sconcertante ed è un peccato visto che la voce di Tolkki, comunque ancora decisamente buona ed interessante, era assente da quel “Dreamspace” che anni fa cominciò la fortuna degli Stratovarius. Brani orridi come “Now I Understand”, la iper mielosa “Little Boy I Miss You” o la stucchevole “Are You The One?” cantata da Sharon Den Adel dei Within Temptation metterebbero a dura prova anche un fan di Valeria “Miss Non so Cantare” Rossi e anche con il crescere degli ascolti non si riesce a digerire questa mattonata alla stregua di una peperonata. Non è assolutamente mia intenzione sminuire le fatiche ed i concetti che pervadono l’inno alla vita di Tolkki, che si intuiscono molto sentiti a partire dai testi molto privati e toccanti, ma di certo il modo musicale con cui sono espressi non giustificano una spesa di oltre 30 mila lire, anche a causa di una produzione povera, specialmente per quanto riguarda il sound della batteria che sembra estratta da un qualsiasi gruppo pop di Mtv. Bocciatura completa quindi, non rimane che sperare in un eventuale prossimo disco solista, magari composto in un momento di maggiore verve.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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