Un cd split tra due band decisamente valide nel panorama black metal. Non ho mai visto troppo di buon occhio i cd condivisi da più di un gruppo, ma in questo caso mi devo assolutamente ricredere; sia i Thyrane, sia i The Dead Beginners fanno faville a tutto spiano, sì sulla scia dei grandi nomi del genere, ma comunque proponendo un black metal molto diretto ma anche molto tecnico. La produzione è stata curata in maniera a dir poco sublime da Ahti Kortelainen ai Tico-Tico Studio e masterizzato niente popò di meno che ai Finvox studio. E si sente!
Addentriamoci per primi nei quattro brani proposti da Black Harmony dei Thyrane. Un black metal, come già detto in precedenza, sinfonico, ma non per questo appiattito o mieloso. Niente di tutto ciò. Anzi, esattamente l’opposto: la musica è decisamente violenta, il drumming molto consistente ed il basso riesce ad uscire con molta abilità da uno spesso muro sonoro creato dall’intrecciarsi di synth e di chitarre. Un’altra cosa da constatare è la lunghezza dei singoli brani, che parte dagli oltre sette minuti ed arriva a più di undici, senza però mai stancare eccessivamente. Inutile scendere nei particolari dei singoli pezzi, decisamente troppo lunghi e simili tra loro perché rimangano stampati in testa.
Diversa è invece la storia per i The Dead Beginners, decisamente più tecnici in fase di esecuzione e di composizione. Anche la lunghezza dei cinque brani proposti è molto più accettabile e digeribile.
Si inizia subito con l’intro strumentale “Daemonia”, degna di nota per la sua scorrevolezza e per il suo parziale evitare le solite pomposità sornione. “Autumn And The Colour Of Bridge” esplode in tutta la sua aggressività facendo notare subito il grandissimo bagaglio tecnico a disposizione della band. Le ritmiche sono molto accattivanti uscendo spesso dal solito schema del 4/4 e addentrandosi in più complessi lidi. La successiva “The Way On Wolf” è invece decisamente più sinfonica, nonostante la malattia sonora regni sovrana. Le tastiere vengono a galla e dominano per gran parte un brano esaltante e molto epico. “On The Ruins Of Nuisance” ridimensiona l’incedere del synth: questa volta sono le chitarre a fare da padrone tra accordi ed epiche e folkloristiche melodie. La maestosa “Of White Men And Summer’s End” sembra essere composta appositamente per chiudere il cd. Arpeggi melanconici che preludono aperture gotiche e decadenti che sfumano nel silenzio più completo.
Uno split che merita dunque, e che in particolare mi ha fatto scoprire una band davvero interessante come The Dead Beginners.
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