A pochi mesi dall’uscita del Live in Russia arriva sul mercato il nuovo album degli U.D.O., capitanati dall’ ex singer dei mitici Accept. Il titolo “Man And Machine” mi ha subito riportato indietro nel tempo, data la somiglianza, oserei dire spudorata, con quello del secondo lavoro solista di Udo, quel fantastico “Mean Machine” del 1988 che ho subito riascoltato. Ed è forse proprio per questo confronto che ad un primo ascolto, molto superficiale, il nuovo disco in questione non mi aveva colpito significativamente, ma mi sono dovuto ricredere ben presto, pur con alcune riserve. Lentamente cominciavano ad entrarmi in testa le inconfondibili melodie dei ritornelli con i classici cori, peculiarità degli Accept prima e degli stessi U.D.O. poi; tanto per cominciare, la title track è basata quasi esclusivamente su un chorus irresistibile che non mancherà di far cantare tutto il pubblico dal vivo, ma in generale le melodie sono azzeccatissime, peccato che forse stringendo rimangono quasi esclusivamente i ritornelli e i bridge; ovvero, senza cattiveria, se non fosse per i cori e i ritornelli, forse questo disco risulterebbe un po’ anonimo (non fosse per l’inimitabile voce di Udo, è chiaro !). Nelle note che accompagnano questo promo ci sono come al solito delle idee che non condivido: si dice ad esempio che lo stile del disco è alla maniera dei vecchi Accept, e a dire il vero il tentativo è quello, ma le chitarre nei dischi degli Accept graffiavano come artigli, mentre qui, forse per una produzione digitale e più moderna non lasciano molto il segno. Un altro particolare curioso è che (sempre nelle già citate note) si parla di “Private Eye” come di una nuova “T.V. War”, ma se proprio c’è un brano che più si avvicina alla classica opener di “Russian Roulette” è sicuramente “Network Nightmare” e non “Private Eye”; comunque a parte queste critiche devo ammettere che a me l’album piace ad ogni ascolto di più, le ultime tracce in particolare, “Hard To Be Honest”, “Like A Lion”, “Black Heart” . Discorso a parte merita la ballad “Dancing With An Angel” che vede duettare il rauco singer con un’ospite di riguardo quale Doro Pesch; il brano è scritto appositamente per un pubblico tedesco e a noi potrà sembrare un po’ troppo sanremese (della serie Leali-Corna), ma in Germania sarà di sicuro successo. Personalmente avrei approfittato della presenza di Doro per duettare su una song più dura, dato che la signorina era una delle poche a saper cantare veramente heavy metal, peccato. Questo “Man And Machine” è sicuramente un bell’album, ma per lo standard del nanetto rauco, senza tirare in ballo gli Accept, forse manca qualcosa; insomma, da Udo è lecito esigere di più.
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