Atteso ritorno sulle scene per Cadaveria (per i neofiti, già leader dei gloriosi Opera IX) e del drummer che si cela sotto il nome di Marcelo Santos (aka Flegias, demoniaca voce di Necrodeath), coadiuvati dal bassista Killer Bob (sempre facente parte dai Necrodeath), in uscita sull’italianissima ed oramai affermata Scarlet. Devo dire che l’album in questione si muove attraverso la fusione di diversi stili musicali, passando da quello che si può considerare Black Metal al più classico Heavy Metal, non disdicendo escursioni in campo Death Metal e contaminazioni Dark, sempre però focalizzando l’attenzione delle lyrics su tematiche che caratterizzano, o hanno influenza, sull’essere umano: la vita, la morte, la magia, il male, il nulla, la dimensione sconosciuta, l’oscurità, la natura e l’energia cosmica. Certo, chi si aspetta di riascoltare gli Opera IX in una nuova veste, si sbaglia di grosso…buono il songwriting, nettamente più evoluto e sicuramente più distante dalla band primordiale (anche se ho sempre apprezzato comunque gli Opera IX, forse troppo sottovalutati), in grado di sfociare nel lato più sinfonico, più oscuro del metal e sicuramente più horror oriented. Sicuramente, la prima cosa che salta all’orecchio, è l’ottima prestazione di Cadaveria, in grado di spostare i propri limiti ad un livello più elevato rispetto al suo standard…ottima la voce growl, ma soprattutto ottima la voce pulita, convincente e graffiante…ed estremamente sexy…nella sua cattiveria…in grado di catturare l’attenzione dell’ascoltatore per tutta la durata dell’album, così come buona mi sembra la prestazione degli altri componenti del combo sulfureo. Onestà per onestà, però c’è una cosa, un unica cosa che non mi convince in pieno, e che mi costringe al mezzo voto in meno, cioè qualche soluzione in fase di produzione…soprattutto per quanto riguarda la scelta dei suoni della batteria, un pochino troppo compressi e per quanto riguarda il volume delle tastiere che risultano un pochino soffocate dal resto degli strumenti.